MySpace in caduta libera. E nessuno la vuole

Il social network messo in vendita quattro mesi fa da Rupert Murdoch non riscuote interesse sul mercato. E intanto continua l’emorragia di click: a maggio i visitatori unici negli Usa a quota 34,8 milioni, meno della metà dei tempi d’oro

Pubblicato il 24 Giu 2011

Se utilizzi ancora MySpace nel 2011 sei un dinosauro dei social
network. Secondo il settimanale Bloomberg BusinessWeek, il regno
del sito creato Tom Anderson e Chris DeWolfe nel 2003 è terminato.
Al suo apice, MySpace poteva vantare 75,9 milioni di utenti unici
mensile nei soli Stati Uniti. Secondo la società di ricerche di
mercato specializzata in settori commerciali di internet, ComScore,
a maggio, gli utenti unici del social network in America sono
calati a 34,8 milioni.

Negli ultimi due anni, in media, MySpace ha perso più di un
milione di utenti unici al mese. Considerato che il sito genera
buona parte del proprio fatturato da pubblicità, l`esodo ha avuto
implicazioni sul giro d`affari di MySpace. Secondo un`altra azienda
di ricerche di mercato simile a ComScore, eMarketer, nel 2009 il
sito aveva incassato 470 milioni di dollari dalla pubblicità, nel
2011 dovrebbe incassare solo 184 milioni.

A febbraio, News Corp., che aveva acquistato l`azienda proprietaria
del sito, Intermix, per 580 milioni di dollari nel 2005, ha deciso
di mettere MySpace sul mercato.

Ma, nonostante, l`entusiasmo mostrato dai mercati per i titoli
tecnologici (l`Ipo di Linkedin ha valutato il sito a 6,4 miliardi
di dollari e Groupon, che ha rifiutato un`offerta da 6 miliardi di
dollari da parte di Goolge), nessuno si è fatti avanti per il
social network.
Secondo la rivista, alcune decisioni discutibili dei vertici, una
fusione non positiva e innumerevoli errori strategici hanno
impedito a MySpace di diventare uno dei siti più popolari al
mondo. La ricercatrice di Microsoft Research specializzata in
social network, Danah Boyd, crede che la popolarità di siti simili
sia molto instabile, dettata da una serie di fattori altamente
volatili come il gusto e la percezione degli utenti.

Inizialmente, il proprietario di News Corp., Rupert Murdoch era
entusiasta del suo ultimo acquisto. Secondo alcune fonti interne,
il magnate voleva fare del sito il perno del suo impero mediatico.
Successivamente, l`australiano perse interesse in MySpace
concentrandosi maggiormente sul Wall Street Journal che acquisì
nel 2007.

Anderson e DeWolfe diedero vita al social network nel 2003 mentre
lavoravano per un altro sito, EUniverse. Ambivano a creare un sito
simile a Friedster, un altro social network, ma con meno
restrizioni. Una delle maggiori innovazioni di MySpace fu creata
casualmente: i programmatori si sono dimenticati di impedire agli
utenti di modificare il sito, inserendo piccoli frammenti di
programmi per modificare il proprio account. La possibilità di
personalizzare la propria pagina personale determinò il successo
del sito.

Dopo l`acquisto, per valorizzare ed integrare le aziende internet
di proprietà News Corp., Murdoch creò Fox Interactive Media. Il
magnate voleva iniziare a generare profitti. Questo fu un primo
errore.

Mentre Facebook, Twitter e gli altri – allora – nuovi social
network, potevano muoversi liberamente, i manager di MySpace
avevano degli obiettivi finanziari da rincorrere. Questo fu
esplicito quando, nel 2006, Google stipulò un contratto di tre
anni e 900 milioni di dollari per essere il motore di ricerca
esclusivo del sito.

Il ruolo centrale che il fatturato ricopriva nel determinare le
scelte strategiche penalizzò il sito. “Non potevamo programmare
nel lungo periodo – spiega DeWolfe – dovevamo badare a ogni singolo
centesimo”. Nonostante questo, il sito continuò ad espandersi.
“Quando aggiungi 300mila utenti singoli al giorno – spiega l`ex
direttore della divisione pubblicità di MySpace, Shawn Gold – è
difficile pensare che stai sbagliando”.

Mentre Mark Zuckerberg si concentrava a creare una piattaforma
abbastanza robusta da permettere ad altre aziende di produrre
contenuti per il suo Facebook, MySpace cercò di fare tutto in
proprio. DeWolfe crede che anche quello sia stato un errore
strategico, “sarebbe stato preferibile concentrarci sullo
sviluppo di 5-10 applicazioni”. Altro problema ricorrente, era
l`introduzione di prodotti difettosi che appesantivano il sito,
rendendo il suo utilizzo più lento per gli utenti.

Forse, però, il problema maggiore di MySpace era alla base. I suoi
creatori avevano scelto di utilizzare un linguaggio di
programmazione molto – “forse troppo”, dice DeWolfe – semplice
come ColdFusion. “All`epoca – spiega DeWolfe – ColdFusion è
stata la nostra carta vincente per sbaragliare la concorrenza. Ci
permetteva di essere più veloci degli altri. Ma poi – continua il
fondatore di MySpace – si è rivelata il nostro tallone d`Achille:
era troppo tardi per convertirci ai linguaggi di programmazione
adatti per i contenuti open source che venivano privilegiati dalle
aziende produttrici di contenuti”.

Ma la ragione principale del declino di MySpace è la sua
reputazione tra il pubblico. Nel febbraio 2006 il ministro della
Giustizia del Connecticut, Richard Blumenthal, avviò un`indagine
sul sito. Voleva verificare che i minori fossero protetti
dall`esposizione a contenuti pornografici. La ricercatrice di
Microsoft, Danah Boyd, spiega come gli allarmi lanciati dalle fonti
di informazioni possano danneggiare le aziende: “trasformano il
ciclo di sviluppo in un ciclo di gestione crisi”.

Al contempo, una serie di nuovi siti prese di mira gli utenti
MySpace: Tumblr offriva la medesima libertà espressiva mentre
Twitter ha introdotto un modo migliore per comunicare con gli
estranei.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati