LO SCONTRO

Neelie Kroes e Viviane Reding “litigano” sulle quote rosa

Il commissario Ue all’Agenda digitale definisce “non vincolante” per i paesi la percentuale del 40% di donne nei Cda stabilita nella direttiva comunitaria. La responsabile alla Giustizia: “Legga bene il testo della proposta”

Pubblicato il 14 Nov 2012

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Botta e risposta a distanza tra il commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding e quello per l’Agenda digitale, Neelie Kroes sulla direttiva proposta oggi sulle quote rosa nei board delle società quotate. La Kroes ha indicato nel suo blog che si tratta di quote “non vincolanti applicabili in ogni paese”. Viviane Reding, responsabile Giustizia, ha ribattuto invitandola a “leggere il testo della proposta”.

Nel dettaglio la proposta di direttiva adottata oggi da Bruxelles prescrive, per i Cda delle grandi società quotate in Borsa, la presenza di almeno un 40% di donne tra gli amministratori non esecutivi. La proposta, spiega la Commissione, dovrebbe ”interessare circa 5 mila società quotate dell’Unione Europea”. Non si applica alle compagnie quotate con meno di 250 dipendenti e un fatturato non superiore a 50 milioni di euro e alle società non quotate.

La Commissione nota che al momento risulta ampiamente dominante la presenza maschile: l’85% degli amministratori non esecutivi sono uomini, come lo sono il 91,1% dei componenti di comitati esecutivi dei Cda, mentre le donne sono rispettivamente il 15% e l’8,9%.

”Con questa proposta – commenta il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso – rispondiamo a una forte richiesta del Parlamento Europeo per portare l’uguaglianza tra i generi nei consigli di amministrazione delle società”.

”L’Unione Europea ha promosso con successo l’uguaglianza tra uomini e donne per oltre 50 anni – evidenzia Viviane Reding – Comunque c’era un posto dove non avevamo visto alcun progresso: i Cda della società. La proposta della Commissione renderà certo che nel processo di selezione degli amministratori non esecutivi la priorità verrà data alle candidate donne, se queste sono sottorappresentate e con qualifiche analoghe a quelle delle loro controparti maschili”.

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