Net neutrality, la Fieg: “Gli Ott non discriminino i contenuti”

La federazione italiana editori di giornali in commissione Trasporti della Camera sulla proposta di legge di Stefano Quintarelli: “Va nella giusta direzione, perché impedisce la proliferazione di condizioni contrarie alla libertà di utenti e aziende editoriali”

Pubblicato il 14 Lug 2015

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Due indicazioni nette: garantire la neutralità della rete e la non discriminazione dei contenuti online da parte delle piattaforme tecnologiche. Sono le indicazioni avanzate dei vertici della Fieg durante l’audizione a cui hanno partecipato oggi, alla commissione Trasporti della Camera dei deputati, sulla proposta di legge di cui è primo firmatario Stefano Quintarelli (SC), in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti. All’audizione, a illustrare la posizione degli editori, è intervenuta Isabella Splendore, responsabile dell’area giuridico internazionale della Federazione.

“L’utente – ha sottolineato la Fieg – deve poter liberamente accedere a software proprietari e open source a condizioni eque e non discriminatorie, indipendentemente dalla piattaforma tecnologica utilizzata. Agli utenti deve essere riconosciuto il diritto di installare le applicazioni preferite e di eliminare quelle preinstallate”.

“Per una rete realmente neutrale occorre una filiera neutrale – è la posizione della federazione – la battaglia sulla neutralità della rete va di pari passo con quella sulla non discriminazione dei contenuti da parte delle piattaforme tecnologiche. Oggi, 4 o 5 player importanti, i cosiddetti Over The Top, progettano e controllano piattaforme tra loro non compatibili, garantendosi una situazione di quasi monopolio sui prodotti e servizi da loro distribuiti e commercializzati. In questi “walled gardens” – sottolinea la federazione guidata da Maurizio Costa – l’utente è costretto o è preferenzialmente indotto a usare determinate applicazioni rispetto ad altre, imponendo ai fornitori di servizi, come gli editori, condizioni, commerciali e non, discriminatorie e anticoncorrenziali”.

“La proposta di legge a firma Quintarelli va perciò nella giusta direzione, perché stabilisce un principio generale, ex ante, che impedisce la proliferazione di condizioni in pregiudizio della libertà degli utenti e dei produttori di contenuti e servizi in internet”.

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