Roaming, copyright, data protection, diritto all’oblio, o ancora rilancio degli investimenti nelle infrastrutture digitali. Senza sorprese l’atteso question time al Parlamento europeo del commissario in pectore per l’economia e la società digitale, Günther Oettinger, ha spaziato su tutti i temi caldi del momento. Ma a catturare l’attenzione degli analisti tra le pieghe dell’audizione di ieri sera a Bruxelles sono state soprattutto le sue dichiarazioni su Google e sulla net neutrality. Dichiarazioni perentorie e inequivocabili. Su entrambi i nodi.
Riguardo l’Internet libero Oettinger è apparso in piena sintonia con l’intransigenza del Parlamento europeo. In tutta evidenza spegnendo le speranze delle telco, che invece caldeggiano un approccio più flessibile rispetto alle norme assai stringenti votate da Strasburgo in aprile. “La net neutrality è di comune interesse per tutti i cittadini e gli utenti. Nel nome dell’interesse pubblico – in casi di emergenza – delle esenzioni al principio sono possibili, ma non per l’industria”, ha puntualizzato il commissario tedesco. Il messaggio tra le righe chiaro: porte chiuse agli accordi tra operatori e ott (come Netflix) per offrire servizi a qualità migliore sul calco di una pratica sempre più diffusa negli Stati Uniti. E questa presa di posizione non è un dettaglio da poco tenuto conto che dopodomani a Milano i ministri delle tlc europei discuteranno un compromesso sul pacchetto Kroes che diluisce le regole sulla net neutrality approvate dall’Europarlamento rimandando ai regolatori nazionali il compito di esaminarne i dettagli tecnici. All’orizzonte già balena una guerra di posizione tra Commissione e Strasburgo da un lato e stati membri dall’altro.
Altrettanta cristallina l’opinione sulle grane di BigG con l’antitrust europeo, e l’indagine di ricca di revirement che quest’ultimo sta portando avanti da ormai tre anni contro il gigante Usa per abuso di posizione dominante nel mercato del search e dell’advertising. Già a poche ore dalla designazione a commissario per l’economia e la società digitali, l’ex governatore del Baden-Württemberg e fedelissimo della cancelliera tedesca Angela Merkel aveva riservato le sue primissime dichiarazioni proprio per Moutain View invocando un’azione più energica per contenerne il dominio in Europa. Ieri il commissario ha ribadito il messaggio: “Il rischio è che si cementi la loro forza nel mercato [di Google], anziché diluirla. La neutralità dei motori di ricerca è chiaramente importante. Ci sono implicazioni anche per altri settori, ed è proprio in questo senso che dobbiamo essere guidati dagli interessi del settore europeo”.
E’ la prova che nonostante il caso sia di esclusiva competenza del commissario europeo alla concorrenza Oettinger si prepara ad esercitare un pressing serrato all’interno della nuova commissione affinché il contenzioso sia trattato con la dovuta severità. Là dove l’incumbent Neelie Kroes ha preferito tenersi in disparte, il suo successore intende pesare. E per farlo, si vocifera a Bruxelles, potrà anche attingere alle competenze del proprio portafoglio. Lo dimostrano le sue dichiarazioni di ieri in favore di un’applicazione certosina del diritto all’oblio (“ritengo si tratti di un diritto fondamentale”) e di una spedita approvazione del nuovo regolamento sulla protezione dei dati (“nel testo abbiamo introdotto criteri relativamente stringenti, non tollererò altri ritardi nell’adozione”). Due dossier che impattano direttamente sulle attività di Google in Europa.
L’altro cantiere sul quale Oettinger dovrà dare prova di audacia e rapidità è quello del roll-out delle reti di nuova generazione. Su cui egli stesso ha ammesso che l’Europa sta perdendo terreno nei confronti di Stati Uniti e Asia. Di qui l’auspicio, espresso ieri, che un “ammontare significativo” dei 300 miliardi del piano d’investimenti Juncker vada per la realizzazione delle infrastrutture digitali. E l’impegno a “tagliare” i costi (specialmente burocratici) e a ridurre la regolamentazione “al minimo”: una strizzata d’occhio agli operatori storici. Che attendono con una certa impazienza un primo bouquet di proposte legislative promesse per i primi sei mesi di mandato. Seppure Oettinger abbia definito “auspicabile” la soppressione del roaming entro dicembre 2015.
Il primo test del commissario tedesco, ammettono a tarda ora alcuni lobbisti, sembra superato. Nonostante diversi deputati europei sperassero di carpire al commissario informazioni più circostanziate sulle iniziative che intende intraprendere. Ad esempio in materia di copyright. E nonostante altri abbiano non del tutto gradito la scelta del commissario di sostenere l’intera audizione in tedesco, la sua lingua madre. Le audizioni dei neocommissari della compagine Juncker andranno avanti sino a martedì 7 ottobre. Ma il voto di fiducia dell’intero collegio è previsto il 22 dello stesso mese durante la plenaria di Strasburgo. Nel frattempo non è escluso che, come accaduto in passato, gli eurodeputati chiedano la sostituzione di uno o più commissari (o uno scambio di portafogli). Oettinger, almeno per sua parte, appare ormai immune da questo rischio.