FEDERAL COMMUNICATIONS COMMISSION

Net neutrality, negli Usa discussione record: più tempo per la consultazione

Oltre un milione i commenti alla proposta lanciata dalla Federal Communications Commission. Che proroga al 15 settembre il termine della discussione: “Serve garantire un’accurata risposta alle osservazioni ricevute”

Pubblicato il 19 Ago 2014

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Net neutrality, negli Usa il tema è sempre più caldo. In merito alla discussa proposta di regolamentazione di internet avanzata dalla Federal Comunications Commission – attraverso la quale si vuole consentire alle aziende di siglare accordi “pay-for-priority”, rendendo la rete un’autostrada a due velocità – l’Authority americana rende noto di aver prorogato il termine temporale per la consultazione pubblica relativo alla net neutrality.

La scadenza per commentare le proposte della Fcc era stata fissata al 15 luglio, mentre il 10 settembre rappresentava il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni. Adesso la proroga al 15 settembre motivata dalla Federal Comunications Commission “per garantire ai componenti dell’agenzia di valutare al meglio i commenti ricevuti” nell’ambito di una consultazione pubblica, sul possibile nuovo volto della net neutrality, che ha registrato una partecipazione davvero straordinaria: circa 1 milione di commenti – un vero e proprio record, a testimoniare che il tema è particolarmente sentito – contro la proposta che nella rete possa per la prima volta essere regolamentato il settore consentendo una scissione tra linee superveloci e linee lente.

Attraverso la decisione di rivedere le sue posizioni sulla materia (aprire alla possibilità per le aziende di contenuti di pagare per garantirsi un accesso più rapido ai loro siti e servizi)– e aprendo, di fatto, negli Stati Uniti, la strada a una rete a due velocità – la Fcc è ora al centro di aspre polemiche. Nello specifico realtà consolidate come Google, Netflix, Disney, Amazon o Skype, infatti, potrebbero arrivare a pagare per avere una corsia “preferenziale” in grado di far viaggiare i propri dati più velocemente; per tutta risposta, le associazioni che tutelano i consumatori hanno già protestato sottolineando il rischio di perdita di neutralità della rete.

Dall’altra parte, il principio che muove l’Authority americana fa perno sul divieto – per i fornitori della connessione internet su banda larga, come Comcast, Verizon Communications e Time Warner – di rallentare o addirittura bloccare alcuni siti, poiché l’accesso ai contenuti deve essere trattato in modo uguale, senza discriminazione o differenza di tariffe per utenti, contenuto, sito, piattaforma, applicazione o dispositivo. Proprio in questo senso, Tom Wheeler, il presidente dell’ente statunitense che si occupa di regolamentare le telecomunicazioni, ha più volte cercato di rassicurare i fornitori di servizi internet, ribadendo la volontà di perseguire – attraverso la proposta della quale è portavoce – tre principi chiave: trasparenza sulla attività di rete, nessun blocco, nessuna discriminazione basata su applicazioni e servizi.

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