LE DICHIARAZIONI

Net neutrality, Stephenson (At&t): “Regole Fcc non reggeranno”

Il ceo della telco americana è certo che la riclassificazione della banda larga verrà rivista e che le nuove norme non saranno modificate. “Avanti con il piano di investimenti da 18 miliardi di dollari”

Pubblicato il 20 Mag 2015

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Il ceo di At&t Randall Stephenson è così sicuro che le regole sulla net neutrality della Federal Communications Commission saranno modificate da confermare il piano di investimenti di rete della sua azienda per 18 miliardi di dollari. “Pensiamo che sia davvero improbabile che queste regole restino come sono nel lungo termine”, ha dichiarato Stephenson in un’intervista con Cnbc.

“Questa è un’industria che sta cambiando molto, molto velocemente”, ha indicato il Ceo. “Sta attraendo grandi investimenti e prendere un’industria come questa – che si muove tanto rapidamente – e metterla sotto regole formulate negli Anni Trenta per regolare il telefono a disco ci sembra senza senso. Per questo abbiamo sempre detto chiaramente che intendiamo ricorrere contro queste norme”.

Stephenson aveva dichiarato a novembre 2014 che At&t avrebbe potuto ridurre i suoi investimenti in ultra-banda larga a causa delle condizioni di incertezza che si sarebbero create se la Fcc avesse riclassificato la banda larga come utility sotto il Title II del Communications Act. La Fcc aveva quindi scritto a At&t chiedendo chiarimenti e la telco aveva replicato confermando il suo piano per portare la fibra Fttp (fiber-to-the-premises) in 25 città, ma mettendo in attesa ogni ulteriore espansione.

La Fcc, come noto, ha poi approvato a fine febbraio la riclassificazione della banda larga come servizio pubblico sotto il Title II, una decisione subito seguita da una serie di cause intentate dalle telco e dalle loro associazioni.

“Abbiamo detto chiaramente fin dall’inizio che il Title II probabilmente non è il modo migliore per regolare questa industria”, ha ribadito Stephenson su Cnbc.

Tuttavia, nonostante il quadro di “incertezza” creato dalla riclassificazione della banda larga e dalle conseguenti cause legali, le condizioni di mercato non sono così instabili da convincere At&t a ridurre il suo piano di spese di capitale e questo è perché, ha spiegato il Ceo, anche il futuro delle regole della Fcc sulla net neutrality è incerto.

“Operiamo e investiamo pensando che queste regole saranno probabilmente cambiate”, ha indicato Stephenson. “Perciò abbiamo detto che investiremo 18 miliardi di dollari quest’anno, dopo averne investiti 22 l’anno scorso. Questo ci permetterà di portare nuove soluzioni per la banda larga mobile a 13 milioni di famiglie e la fibra (Ftth) a 2 milioni di famiglie negli Usa. Per ora rispettiamo i piani”.

At&t sta ancora aspettando la decisione del regolatore sulla sua acquisizione (per 48,5 miliardi di dollari) di DirecTv, proposta un anno fa. Stephenson si è mostrato ottimista: “Pensiamo che il deal andrà in porto, le discussioni sono state positive, dovremmo chiudere l’operazione nel secondo trimestre”.

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