L’ANNUNCIO

Netflix, abbonamento a 5,49 euro al mese per chi accetta la pubblicità

Il nuovo piano disponibile dal 3 novembre. Cosa cambia: qualità video fino a 720p/HD, 4-5 minuti di interruzioni all’ora, meno film e programmi televisivi a causa di restrizioni legate alle licenze. Il sondaggio Sensemakers: due utenti italiani su tre disponibili ad accettare gli spot

Pubblicato il 14 Ott 2022

netflix

E’ pronto al lancio il nuovo abbonamento mensile a Netflix con pubblicità: costerà 5,49 euro in Italia e sarà disponibile a partire dalle 17 del prossimo 3 novembre. Sarà possibile abbonarvisi anche in Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti, Messico, Regno Unito, Spagna, Corea del Sud, Brasile, Canada e Australia. Lo fa sapere l’azienda con un comunicato sul proprio sito web.

Cosa cambia e cosa rimane invariato col nuovo abbonamento

Il piano base con pubblicità offrirà tutte le caratteristiche che gli utenti si aspettano dal piano base di Netflix, con alcune differenze. Rimarrà invariata un’ampia varietà di programmi televisivi e film di grande qualità, l’esperienza di visione personalizzata, la disponibilità su una vasta gamma di televisori e dispositivi mobili e la possibilità di cambiare o disdire il piano in qualsiasi momento.

Cambierà invece la qualità video, fino a 720p/HD (ora sia per il piano base con pubblicità sia per il piano base), si avrà una media di 4-5 minuti di interruzioni pubblicitarie ogni ora, un numero limitato di film e programmi televisivi non sarà disponibile a causa di restrizioni legate alle licenze (ma l’azienda fa sapere che ci sta lavorando) e nessuna possibilità di scaricare titoli, come si legge nel comunicato.

Diversi vantaggi per gli inserzionisti

Al momento del lancio le pubblicità avranno una durata di 15 o 30 secondi, e saranno inserite prima e durante le serie e i film. Per aiutare gli inserzionisti a raggiungere il pubblico giusto e garantire che le pubblicità siano più pertinenti per i consumatori verranno offerte ampie possibilità di targeting per paese e genere dei contenuti (azione, dramma, romantico, fantascienza, ecc). Gli inserzionisti potranno anche evitare che le loro pubblicità appaiano su contenuti che potrebbero essere incoerenti con il loro brand (per esempio sesso, nudità o immagini violente).

Strumenti di controllo affidati a DoubleVerify e Integral Ad Science

Nell’ambito di questo lancio Netflix ha anche stretto una partnership con DoubleVerify e Integral Ad Science, per verificare la visibilità e la validità del traffico delle pubblicità, a partire dal 1° trimestre del 2023. L’abbonamento base con pubblicità arriva a soli sei mesi dal primo annuncio di un piano con interruzioni pubblicitarie a un prezzo più economico.

“La transizione dalla TV lineare sta avvenendo a una velocità sempre maggiore e lo streaming ha ormai superato le trasmissioni via cavo e via etere negli Stati Uniti. Con Netflix a partire da 5,49 euro al mese, siamo certi di poter offrire un prezzo e un piano per tutti i fan. Anche se siamo ancora agli inizi, siamo soddisfatti dell’interesse finora riscontrato tra i consumatori e gli inserzionisti e non potremmo essere più entusiasti di ciò che ci aspetta. Sulla base di quanto impareremo da questa esperienza, prevediamo di estendere l’offerta ad altri paesi”, conclude il comunicato.

Le aspettative degli italiani sul nuovo abbonamento

Nel frattempo, Sensemakers ha condotto un’analisi e un sondaggio per scoprire cosa pensano gli italiani di questo cambiamento così importante. Emerge così che in Italia gli spettatori medi giornalieri di Netflix sono 5 milioni, 20 milioni su base mensile; ma soprattutto che due utenti su tre (la stima è del 68%) potrebbero accettare volentieri un abbonamento con interruzioni pubblicitarie, dei quali il 29% vorrebbe una piattaforma gratuita con pubblicità, mentre il restante 39% sceglierebbe una “via di mezzo”, cioè poca pubblicità ma con un prezzo inferiore per l’abbonamento. Secondo l’analisi di Sensemakers, solo il 15% degli utenti disdirebbe l’abbonamento in caso di inserimento delle pubblicità.

Netflix dovrà cercare un punto di equilibrio tra il bisogno di non cannibalizzare i propri ricavi da sottoscrizione ed estendere progressivamente le proprie audience pubblicitarie (inizialmente molto contenute). Gli investitori televisivi hanno infatti generalmente bisogno di raggiungere fasce molto ampie di popolazione e su questo fronte i broadcaster tradizionali vantano ancora un grande vantaggio”, il commento di Fabrizio Angelini, ceo di Sensemakers.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2