Da qualche tempo i programmi per bambini sono al centro dell’attenzione dei principali operatori di video on the demand come Netflix, Amazon e altri over the top. Netflix ha già lanciato venti produzioni originali per ragazzi e famiglie nel corso del 2016 e ne ha altre quindici in uscita entro la fine di quest’anno. Amazon pur non raggiungendo lo stesso volume di produzioni, ha realizzato su questo genere lo stesso numero di comedy series e il doppio rispetto alle serie drammatiche. HBO a sua volta ha fatto notizia alla fine dello scorso anno stipulando l’accordo pluriennale per il rilancio di una serie di culto come “Sesame Street”.
Perché così grandi investimenti da parte di questi operatori su un genere così particolare? La ragione più ovvia è fidelizzare, attraverso l’ampliamento del proprio pacchetto di contenuti disponibili e la possibilità di offrire a ciascun componente del nucleo familiare un prodotto attraente e tale da motivare ancor più la famiglia a rimanere abbonata al servizio di video on demand. I programmi per ragazzi si dimostrano infatti particolarmente efficaci in tal senso, perché una volta che un bambino diventa un grande fan di un programma, è molto più complicato per chi paga l’abbonamento (i genitori) decidere di cancellare il servizio.
Ma la ragione forse ancora più consistente per spingere a investire sui contenuti per ragazzi viene dal ruolo giocato dalla pubblicità su molte di queste piattaforme e cioè dalla sua assenza. Per i genitori, evidentemente, la differenza tra programmi per bambini con o senza pubblicità è molto importante. I genitori sono sollevati dal sapere che non saranno bombardati dalle richieste continue dei figli di acquistare gli ultimi gadgets o giochi visti in tv, data la ben nota efficacia della pubblicità sui bambini. L’implicazione è che questi operatori che non offrono pubblicità, a differenza dei broadcasters commerciali rivali, traggono un beneficio ancora maggiore dall’assenza di pubblicità nei programmi per bambini che in qualsiasi altro tipo di programma, poichè se gli adulti potrebbero essere soltanto annoiati o disturbati dagli spot, i bambini ne sono viceversa plasmati e condizionati.
Tutto ciò suggerisce un ulteriore risultato positivo indiretto e dunque presumibilmente il vero vantaggio competitivo per Netflix e soci rispetto ai concorrenti nell’investire in contenuti di questo tipo: se i genitori si abbonano a questi servizi, attratti inizialmente anche dal fatto di non dover fronteggiare la richiesta dell’ennesimo giocattolo visto in tv, col tempo si abitueranno ad apprezzare l’assenza di pubblicità anche per i loro prodotti preferiti (serie e film) e anche per loro potrebbe essere difficile a quel punto tornare indietro.