Netflix, il colosso web statunitense che ha annunciato lo sbarco in Francia a settembre, in realtà fornirà il mercato francese dal suo quartier generale in Lussemburgo per evitare le regole imposte agli investitori stranieri del governo francese, evidentemente considerate limitanti dal gruppo Usa: lo scrive oggi Les Echos, quotidiano economico francese, citando fonti del ministero della Cultura, mentre già ci si interroga su come Parigi intende reagire. Nei mesi scorsi, infatti, il ministro della Cultura Aurélie Filipetti era stata molto chiara sull’intenzione di non fare sconti alle company estere intenzionate a investire in loco e in particolare a Netflix.
La società di distribuzione di video in streaming nota, tra le altre cose, per il successo della serie tv “House of Cards”, non intende sottostare alle leggi francesi che prevedono meccanismi precisi: a partire da un giro d’affari di 10 milioni di euro, i distributori di contenuti sono obbligati ad acquistare programmi francesi (film, serie tv, documentari). Superata la soglia dei 50 milioni di euro, è loro richiesta una partecipazione alla fase di pre-finanziamento dei film “made in France”. Inoltre Netflix non vuole intende soggetta al regime fiscale francese. Perciò registrerà l’indirizzo giuridico in Lussemburgo.
La web company, già operativa in alcuni Paesi europei, non ha rilasciato per il momento dichiarazioni ufficiali sulle indiscrezioni di Les Echos.
Netflix ha già adottato simili comportamenti in Gran Bretagna, nei Paesi nordici e nei Paesi Bassi, dove è già operativa, ma in Francia speravano che facesse un’eccezione.
A inizi dicembre i vertici della web tv erano stati ricevuti all’Eliseo da David Kessler, consulente per i media del presidente François Hollande. Un portavoce l’aveva definita una visita di cortesia richiesta da Netflix, impegnata a incontrare le istituzioni europee in vista del prossimo arrivo in altri Paesi Ue. Poi però il Ministro della Cultura Aurélie Filippetti aveva precisato che il governo si aspetta che Netflix rispetti le regole francesi e che “se vuole venire in Francia, deve piegarsi alle regole che fanno il successo delle nostre industrie e non essere un passeggero clandestino che approfitta del sistema senza parteciparvi”.
Già all’epoca i vertici francesi temevano che l’azienda volesse aprire la sede fiscale fuori dal Paese per pagare meno tasse e per aggirare le regole sulle finestre di distribuzione, che impongono l’uscita dei film su servizi analoghi a Netflix molto tempo dopo la loro uscita al cinema.
Ora si attende di capire come Parigi intende reagire dal punto di vista giuridico alla mossa di Netflix e soprattutto se vuole farlo.
Da tempo si parla anche di uno sbarco in Italia del colosso statunitense, che ha da tempo annunciato la prevista espansione in Europa, ma per il momento non emergono novità rilevanti. Secondo le ultime indiscrezioni potrebbe arrivare nel nostro Paese entro il 2014, mentre gli stessi vertici Netflix hanno dichiarato: “Non abbiamo ancora fatto annunci in termini di apertura a nuovi mercati, ma non possiamo escludere l’arrivo in Italia già dalla prima metà del prossimo anno”.