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Neuralink ristabilisce la connessione cervello-computer



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La startup di Elon Musk risolve il problema della ritrazione dei tessuti connettivi grazie a tecniche chirurgiche più precise e a un design dell’impianto leggermente modificato. Si accelera sulla costruzione di un’interfaccia che consenta alle persone di interagire con il mondo circostante in modo più autonomo e indipendente

Pubblicato il 23 ago 2024

Enzo Lima

giornalista



musk

Neuralink ristabilisce la connessione tra cervello e computer. La startup di Elon Mus ha annunciato alcuni aggiornamenti relativi all’installazione, su pazienti umani, del suo dispositivo di connessione tra cervello e computer.

Dopo aver impiantato un chip cerebrale su due volontari, l’azienda ha dovuto affrontare un problema inatteso: alcuni dei fili connettivi si erano retratti dal tessuto cerebrale, limitando la capacità del dispositivo di registrare i segnali neurali.

Le azioni messe in campo

Per il secondo paziente, conosciuto come Alex, Neuralink ha messo in atto diverse strategie per prevenire questo problema, ottenendo risultati molto promettenti. Grazie a tecniche chirurgiche più precise e a un design dell’impianto leggermente modificato, i ricercatori sono riusciti a evitare la retrazione dei fili.

Alex è riuscito a utilizzare l’impianto per svolgere attività complesse, come progettare oggetti in 3D e giocare a videogame con un livello di controllo superiore. Con un post sul proprio blog, l’azienda ha spiegato di star lavorando per rendere il chip di connessione capace di decodificare un numero maggiore di segnali cerebrali, per consentire alle persone di controllare computer e dispositivi mobili in maniera quasi naturale.

L’obiettivo a lungo termine

A lungo termine, l’obiettivo è costruire un’interfaccia che consenta di interagire con il mondo circostante in modo più autonomo e indipendente. “Stiamo inoltre sviluppando algoritmi in grado di riconoscere l’intenzione di un utente di scrivere a mano, il che consentirebbe un inserimento di testo più rapido”, scrive l’azienda. Il primo paziente a testare il chip Neuralink è stato Noland Arbaugh, che ha offerto un assaggio delle potenzialità della tecnologia.


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