La Commissione europea ha lanciato oggi un “New deal for consumers” per garantire a tutti i consumatori europei un rafforzamento complessivo della tutela dei loro diritti e permettere di avviare anche in Europa una forma di azione rappresentativa e collettiva, la class action.
Sebbene l’Ue disponga già di alcune delle norme a tutela dei consumatori più rigorose al mondo, casi recenti, come lo scandalo Dieselgate, hanno dimostrato che è difficile farle rispettare pienamente nella pratica, si legge in una nota della Comissione. Il “New deal” per i consumatori consentirà a soggetti riconosciuti di avviare azioni rappresentative a nome e per conto dei consumatori e conferirà alle autorità nazionali preposte alla tutela dei consumatori poteri sanzionatori più incisivi. Inoltre estenderà la protezione dei consumatori all’ambiente online e chiarirà che le pratiche di doppio standard qualitativo che possono trarre in inganno i consumatori sono vietate.
La class action all’europea, dunque, non sarà come quella statunitense. Nel quadro del “New deal” per i consumatori sarà possibile solo a un soggetto riconosciuto, ad esempio un’organizzazione dei consumatori, presentare ricorso, ad esempio per chiedere il risarcimento o la riparazione, a nome e per conto di un gruppo di consumatori che sono stati lesi da pratiche commerciali illecite. In alcuni Stati membri i consumatori possono già avviare azioni giudiziarie collettive; ora tale possibilità sarà disponibile in tutta l’Ue.
Bruxelles fa l’esempio di uno “scenario del tipo Dieselgate”: le vittime di pratiche commerciali sleali, come la pubblicità ingannevole da parte di costruttori di automobili non conformi al quadro normativo dell’Ue per l’omologazione dei veicoli o alla legislazione ambientale, potranno ottenere riparazione collettivamente attraverso un’azione rappresentativa ai sensi della nuova direttiva. Tale ricorso collettivo non era prima previsto dal diritto dell’Unione. “Questo modello ha solide garanzie e si differenzia nettamente dalle class action di tipo statunitense. Le azioni rappresentative non potranno essere proposte dagli studi legali, ma solo da soggetti, come le organizzazioni dei consumatori, che non hanno scopo di lucro e soddisfano criteri rigorosi di ammissibilità, sotto il controllato di un’autorità pubblica. Il nuovo sistema garantirà che i consumatori europei possano avvalersi appieno dei loro diritti e ottenere un risarcimento, evitando al contempo il rischio di uso abusivo o indebito”, sostiene la Commissione europea.
Ecco alcuni degli elementi del “New deal” per i consumatori. Più trasparenza nei mercati online — In caso di acquisti online, i consumatori dovranno essere chiaramente informati se stanno acquistando da un professionista o da un privato, in modo da sapere se godono di diritti che li proteggono in caso di problemi. Più trasparenza sui risultati delle ricerche nelle piattaforme online — In caso di ricerche online, i consumatori saranno chiaramente informati se il risultato della ricerca è stato sponsorizzato da un professionista. Inoltre, i mercati online dovranno informare i consumatori sui principali parametri che determinano la classificazione dei risultati. Nuovi diritti per i consumatori per i servizi digitali “gratuiti” — In caso di pagamento per servizi digitali, i consumatori beneficiano di determinati diritti di informazione e dispongono di 14 giorni per annullare il contratto (diritto di recesso). Il “new deal” per i consumatori estenderà tale diritto ai servizi digitali “gratuiti”, per i quali i consumatori forniscono dati personali senza pagare in denaro. È il caso tipico dei servizi di archiviazione su cloud, social media o posta elettronica.
Ci sono novità anche a livello di sanzioni. Oggi le autorità dell’Ue non dispongono di strumenti efficaci per sanzionare le pratiche che creano “situazioni di danno collettivo”, ovvero che colpiscono un gran numero di consumatori in tutta l’Ue. Attualmente il livello delle sanzioni varia notevolmente da uno Stato membro all’altro e spesso è troppo basso per avere un effetto dissuasivo, in particolare sulle imprese che operano a livello transfrontaliero e su larga scala. Nel quadro della proposta le autorità nazionali di tutela dei consumatori potranno imporre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive in modo coordinato. Per le violazioni diffuse che colpiscono consumatori in più Stati membri, la sanzione massima applicabile sarà pari al 4% del volume d’affari annuo del professionista nel rispettivo Stato membro. Gli Stati membri sono liberi di introdurre sanzioni massime più elevate.
Il “New deal” eliminerà anche gli oneri inutili per le imprese, anche abolendo gli obblighi a loro carico riguardo al diritto di recesso del consumatore. Ad esempio, i consumatori non saranno più autorizzati a restituire i prodotti che hanno già usato anziché limitarsi a provarli e i professionisti non dovranno più rimborsare i consumatori prima di aver effettivamente ricevuto le merci restituite.
Il “New deal” per i consumatori è composto da due proposte di direttive che saranno discusse in sede di Parlamento europeo e di Consiglio.
Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: “L’odierno “new deal” creerà un mercato unico più equo a beneficio dei consumatori e delle imprese. Introdurremo un diritto di ricorso collettivo europeo per i gruppi di consumatori che, come in casi recenti, hanno subito un danno, con adeguate garanzie per evitare gli abusi. I consumatori che acquistano online sapranno da chi stanno acquistando e se il venditore ha pagato per comparire nei risultati di ricerca. Per la maggioranza dei professionisti che rispettano le regole gli oneri diminuiranno. I pochi professionisti che deliberatamente approfittano della fiducia dei consumatori europei saranno puniti con sanzioni più severe.”
Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha aggiunto: “In un mondo globalizzato in cui le grandi imprese hanno un enorme vantaggio sui singoli consumatori dobbiamo livellare le disparità. Le azioni rappresentative, nella forma europea, garantiranno più equità per i consumatori – non più lavoro per gli studi legali. E grazie alla possibilità di infliggere sanzioni collegate al volume d’affari annuo dell’impresa, le autorità di tutela dei consumatori avranno a disposizione mezzi più incisivi per colpire chi imbroglia. Imbrogliare non può costare poco”.