Lanciare a fine anno un nuovo fondo di venture capital, specializzato in trasferimento tecnologico e investimento seed/early stage nella new space economy. Questo l’obiettivo annunciato da Primomiglio Sgr, società specializzata nel venture capital tecnologico early stage, che ha ricevuto il supporto all’iniziativa dall’Agenzia Spaziale Italiana.
In dettaglio il nuovo fondo punta a raccogliere 80 milioni di euro e ad avviare i primi investimenti già nel 2019. I campi di investimento riguarderanno sia l’ambito ‘upstream’ ovvero tecnologie, servizi e startup che operano nello sviluppo delle infrastrutture spaziale, sia in ambito ‘downstream’ ovvero applicazioni terrestri abilitate da infrastrutture spaziali. A tal proposito – evidenzia l’azienda – le tecnologie di osservazione e rilevazione terrestre sono in fortissima crescita ed abilitano un numero crescente di nuovi servizi nei campì più differenti tra cui ad esempio logistica, agricoltura, trasporti, telecomunicazioni, nelle auto a guida autonoma e meteorologia.
“Il settore commerciale si sta sviluppando in modo molto rapido e con esso gli investimenti –commenta Gianluca Dettori, Presidente di Primomiglio SGR –. Dei 6,3 miliardi investiti in startup spaziali negli ultimi vent’anni, l’80% sono avvenuti negli ultimi tre. Siamo molto felici della partnership con l’Agenzia Spaziale Italiana, che ci consentirà di avere un punto di accesso privilegiato rispetto a queste tecnologie”.
Dati alla mano l’azienda ricorda che l’industria spaziale ha toccato i 327 miliardi di dollari nel 2017 ed è destinata a crescere in modo estremamente significativo nei prossimi trent’anni fino a raggiungere – queste le stime più recenti – i 2700 miliardi nel 2045. Negli ultimi anni – puntualizza ancora l’azienda – il settore ha iniziato un processo di trasformazione e accelerazione: sono nate nuove aziende private come ad esempio Space-X (Elon Musk), Blue Origin (Jeff Bezos) e Virgin Galactic (Richard Branson). E le innovazioni tecnologiche, che stanno investendo tutta la filiera industriale – dalla drastica riduzione dei costi di lancio alla disponibilità di grandissime quantità di dati prodotte da diverse costellazioni di satelliti – stanno aprendo il settore a nuove startup.
“L’Agenzia Spaziale Italiana crede molto nel venture capital per sviluppare la space economy” sottolinea il Presidente dell’Asi, Roberto Battiston. “Al nostro sistema, che da sempre detiene eccellenze scientifiche, tecnologiche e industriali, mancava la quarta ed importante gamba dei nuovi strumenti finanziari, che insieme al modello delle partnership pubblico private, sono il futuro della new space economy”.
L’Italia è stata la terza nazione al mondo nel lanciare in orbita un satellite, ed oggi il settore aerospaziale produce in Italia 1,6 miliardi di euro di fatturato, su 250 aziende operative in tutta la filiera. Fornisce un notevolissimo contributo di ricerca ed innovazione a livello internazionale, ma poca di questa innovazione – puntualizza Primomiglio Sgr – viene trasferita sul mercato anche a causa della scarsità di investitori specializzati. Di qui l’idea dell’iniziativa.
“Ogni giorno interagiamo 36 volte con dati di derivazione spaziale – sottolinea Matteo Cascinari, key man dell’iniziativa -. L’Italia in questo settore è da sempre un’eccellenza essendo il sesto al mondo nella produzione di ricerca scientifica in ambito spaziale, il terzo contributore in Europa al budget e alle missioni dell’European Space Agency e uno dei pochi paesi ad avere la filiera industriale completa. È un mercato la cui crescita nei prossimi anni sarà esplosiva offrendo agli investitori un’opportunità di diversificazione ed al mondo delle start up Italiane ed europee una fonte sviluppo del sistema”.