Vodafone Italia ha firmato una lettera d’intenti con F2i per promuovere la banda ultra larga, nell’ambito del piano nazionale governativo, attraverso il veicolo, già esistente, Metroweb Sviluppo. I prossimi passi riguardano la definizione del piano industriale e, a tal fine, è prevista una serie di incontri tra le parti. Vodafone, dal canto suo, ha ribadito che l’interesse alla partecipazione al veicolo che avrà lo scopo di sviluppare la banda ultra larga è subordinata a tre condizioni: che ci sia la guida di un soggetto direttamente o indirettamente controllato dallo Stato, che non ci sia un operatore che abbia la maggioranza e che gli operatori che dovessero entrare in seguito lo facciano attraverso quote di partecipazione paritarie e non discriminatorie. F2i, con oltre il 53%, è l’azionista di maggioranza di Metroweb; il resto del capitale della società è in mano a Fsi, controllata di Cdp.
Si tratta di una lettera di intenti finalizzata a esaminare il piano industriale che Vodafone realizzerà per Metroweb. Dopo la brusca frenata da parte di Telecom Italia che ha deciso di accantonare il dossier Metroweb perché, a detta del management, non esistono più le condizioni per investire nella società della banda larga, i dialoghi tra F2i e gli altri operatori stanno proseguendo. Telecom era interessata a rilevare il 53,8% detenuto da F2i in Metroweb. L’idea iniziale era di creare un veicolo ad hoc nel quale sarebbe dovuta entrare Telecom che puntava ad avere subito il controllo assoluto della newco, vale a dire il 51%. Gli azionisti di Metroweb, al contrario, erano orientati a favorire un ingresso più graduale dell’incumbent, via via che venivano realizzati gli investimenti.
Vodafone non è l’unico interlocutore con cui F2i si sta confrontando. Il fondo, aveva spiegato un’altra fonte, avrebbe avviato dialoghi anche con Wind, con la quale al momento non ci sarebbe alcuna lettera di intenti.
Proprio ieri, l’Ad Maximo Ibarra, ha detto che “collaborare con altri operatori nel contesto Metroweb potrebbe essere una buona soluzione per questa fase”, sottolineando la necessità di “una equa governance e la garanzia della parità di accesso” alla rete. Ibarra ha anche detto che “sulla banda larga ci sono buoni presupposti. La soluzione migliore sarebbe un soggetto a partecipazione pubblica. La quota della partecipazione è secondaria, ma la governance deve essere con la partecipazione di tutti. In Italia ci sono tanti condomini e alcuni funzionano”.