IL PROGETTO

Newco Cdp-Chili per la “Netflix” della cultura italiana: si parte nel 2021

Per la gestione della piattaforma del Mibact è stata costituita una società controllata al 51% da Cassa Depositi e Prestiti e al 49% dall’azienda di streaming tv. Sul piatto 10 milioni. I dubbi dei 5 Stelle: “Il ministero chiarisca il suo ruolo”

Pubblicato il 04 Dic 2020

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Ai nastri di partenza il Netflix della cultura italiana. La piattaforma Mibact-Cdp, prevista dal Dl Rilancio e operativa nei primi mesi del 2021, ha l’obiettivo di sostenere il settore delle performing arts, particolarmente colpito nel corso di quest’anno dalla pandemia da Covid-19. Per la realizzazione e la gestione della piattaforma il ministero dei Beni culturali e Cassa Depositi e Prestiti hanno avviato un’interlocuzione con la Rai ed i principali operatori presenti nel mercato italiano, all’esito della quale è stata indetta una procedura competitiva aperta per l’individuazione del partner industriale.

A valle della procedura è stata selezionata Chili Spa, società attiva dal 2012 nel settore dei servizi di Tv on demand e che conta oltre 4 milioni di utenti iscritti – per la sua esperienza internazionale nel settore, l’innovativa infrastruttura tecnologica utilizzata e il know-how strategico-commerciale utile all’espansione della piattaforma.

Per la gestione della piattaforma è stata costituita una nuova società controllata al 51% da Cdp e al 49% da Chili Spa. Attraverso la piattaforma si potrà accedere a un’offerta ampia, diversificata e molto concorrenziale per la visione live e on-demand di concerti e opere teatrali, si potranno effettuare tour virtuali dei principali musei italiani e delle maggiori mostre di interesse pubblico, visitare festival e fiere e scegliere fra un ampio catalogo di film e altri contenuti tematici. Nella piattaforma sarà anche possibile acquistare biglietti e merchandising garantendo uno strumento semplice e funzionale per chi vorrà tornare a visitare di persona il patrimonio artistico-culturale italiano quando sarà nuovamente possibile farlo.

Il nuovo progetto si distingue rispetto alle principali piattaforme generaliste che distribuiscono serie tv e contenuti cinematografici per la diffusione di contenuti live e il focus sul settore culturale. Inoltre, con la nuova piattaforma potranno essere venduti i contenuti distribuiti online generando un beneficio economico diretto per le attività culturali. Il progetto è aperto alla futura collaborazione della Rai e di altre istituzioni e soggetti del settore culturale, pubblici o privati. Gli introiti derivanti dall’utilizzo della piattaforma, infatti, serviranno anche a supportare gli operatori del settore contribuendo, inoltre, alla diffusione della cultura italiana nel mondo grazie a una distribuzione internazionale. La piattaforma coprirà tutti i principali canali distributivi – smart tv, smartphone, tablet, pc – e sarà compatibile con il maggior numero di devices e sistemi operativi sul mercato. Sin da subito verranno avviate le attività operative utili alla definizione degli accordi con operatori e altre istituzioni culturali per il reperimento dei contenuti da distribuire attraverso la piattaforma. L’operazione risponde alle sfide del Piano Industriale di Cdp in ambito culturale, in ottica di innovazione e digitaliizzazione e persegue gli Obiettivi 8 e 9 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’iniziativa si inquadra, inoltre, nel settore delle infrastrutture digitali e sociali, promuovendo l’incontro tra innovazione digitale e cultura. Il mercato delle performing arts digitali si è sviluppato principalmente all’estero (Francia, UK e USA) grazie ad alcuni esempi di ventures e presenta ad oggi un grande potenziale di crescita anche in Italia.

I dubbi dei 5 Stelle

”Nel Decreto Rilancio è previsto che per sostenere la ripresa delle attività culturali, il Mibact realizzi una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli, la cosiddetta ‘Netflix italiana’. Per farlo lo stesso decreto ha autorizzato una spesa in capo al ministero di 10 milioni di euro per l’anno 2020”. Così in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Cultura al Senato.

”Ebbene -si legge nella nota- è notizia recentissima la probabile costituzione di una new company finanziata con fondi di Cassa depositi e prestiti spa e Chili Tv (9 milioni di euro ciascuno), con quote rispettive pari al 51% e al 49%, cui aggiungere i 10 milioni di euro di finanziamento erariale autorizzati dal citato decreto Rilancio. In tale contesto non appare chiaro in quale veste il Mibact prenda parte alla costituzione della newco”.

”Anzi, sembra quasi che il Mibact ne resti fuori -proseguono gli esponenti del M5S- in contrasto con le disposizioni del decreto Rilancio e soprattutto appaltando un servizio così importante ad una società privata, Chili Tv, che avrebbe fatto registrare, sempre secondo notizie di stampa l’ottavo bilancio consecutivo in perdita, quando il servizio di promozione della cultura italiana nel mondo poteva essere affidato a Raiplay. Anche su questo vogliamo avere una risposta, e per questo abbiamo depositato una interrogazione parlamentare rivolta al ministro per i beni e le attività culturali, che auspichiamo riceva risposta al più presto”, concludono.

Ma secondo quanto apprende l’AdnKronos, la Rai avrebbe scelto di non partecipare perché non solo dispone già di una piattaforma on demand, RaiPlay, che veicola prodotti culturali gratuitamente oltre a valorizzare i propri programmi ma anche perché non può produrre contenuti a pagamento.

In sostanza per il suo status di tv pubblica non avrebbe potuto vendere biglietti per un concerto o uno spettacolo teatrale: una condizione questa prevista per la “Netflix della cultura”.

Nella valutazione di Rai di non presentare una manifestazione di interesse e quindi di non prendere parte alla gara pubblica che poi ha avuto luogo, ha pesato la propria ragione sociale: fare altrimenti avrebbe richiesto una serie di passaggi al fine di fare una proposta a pagamento, con tempi non compatibili con la partecipazione alla piattaforma. Senza contare che Rai ha già una propria piattaforma on demand cioè Raiplay che valorizza i suoi prodotti e offre tutta una serie di produzioni culturali a titolo gratuito, dall’Otello del San Carlo di Napoli alla la prima della Scala il 7 dicembre.

L’iniziativa in un momento successivo dovrebbe aprirsi a eventuali nuovi soci. La stessa Rai è aperta, sempre a quanto apprende l’Adnkronos, a collaborare con la futura piattaforma anche mettendo a disposizione il proprio patrimonio di archivio. Le misure contenute per sostenere il settore della cultura nel dl Rilancio figurano all’Articolo ”187-quater” dove al comma 10 si autorizza la spesa di 10 milioni di euro per la realizzazione di una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli, anche mediante la partecipazione dell’Istituto nazionale di promozione (ossia la Cassa depositi e prestiti).

”Al di fine di sostenere la ripresa delle attività culturali, – recita il testo – il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo realizza una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli, anche mediante la partecipazione dell’Istituto nazionale di promozione di cui all’articolo 1, comma 826, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che può coinvolgere altri soggetti pubblici e privati”.

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