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Ngi, pressing su Agcom: “Assegnare le frequenze wireless”

Il presidente dell’azienda: “Grave ritardo nel determinare la destinazione delle frequenze 3.4-3.8 Mhz. Un freno alla diffusione della banda larga wireless”

Pubblicato il 21 Gen 2015

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“Avremmo la possibilità di offrire connettività a 100 Megabit per secondo, come la fibra, ma non possiamo farlo perché le frequenze non vengono messe a disposizione degli operatori. E tutto questo per ritardi e inattività di chi dovrebbe mettere a punto le regole necessarie” afferma Luca Spada, presidente di Ngi.

L’appello di Spada è rivolto all’Agcom che, nonostante la decisione della Commissione europea di rendere disponibile la banda 3.6-3.8 Ghz entro il 2012, di fatto non ha avviato alcun processo per determinarne la destinazione. Secondo il fondatore di Ngi, il paradosso è che “la voglia di fare c’è, ma non possiamo offrire i 100 Mbps per la mancanza delle frequenze della banda 3.6-3.8 Ghz che stiamo richiedendo da anni”.

Ngi è un’azienda di tlc che offre banda ultra larga a imprese e clienti consumer grazie al wireless: la connettività, quindi, non passa più attraverso cavi, ma antenne radio che permettono “la diffusione della banda ultra larga anche in zone non collegate dalla fibra ottica e, addirittura, in quelle dove tradizionali accessi Adsl non sono disponibili”

Le tempistiche dell’Autorità per l’assegnazione delle frequenze “costituiscono un grave freno per Ngi e per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia”. Spada infatti precisa che “al momento siamo competitivi riuscendo a offrire 30 Mbps”.

Ngi è una realtà a capitale interamente italiano. Negli ultimi anni ha vinto 4 bandi pubblici del Mise per combattere il digital divide in diverse regioni italiane (Emilia Romagna, Liguria, Umbria e Marche).

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