IL PIANO

Ngn, Giuffrida (Pd): “Non bastano le nuove reti, servono prezzi competitivi”

L’eurodeputata PD plaude al piano del governo per la banda ultralarga: “Una scommessa vinta contro il digital gap”. Ma avverte: “Nelle aree bianche necessarie offerte convenienti in termini di costi e qualità come avviene nei grandi centri abitati”

Pubblicato il 24 Feb 2016

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Tre miliardi da spendere per la banda ultralarga, dei quali 1,6 immediatamente. Il piano banda ultralarga del governo italiano sbarca a Bruxelles. “L’accordo per la realizzazione della banda ultralarga su tutto il territorio nazionale italiano è ormai una realtà – dice l’eurodeputata Pd, Michela Giuffrida – E oggi lo presentiamo a Bruxelles assieme al suo obiettivo: raggiungere al più presto 7.300 Comuni che ancora oggi sono aree bianche cioè a fallimento di mercato perché poco attrattive per gli operatori privati”.

Secondo Giuffrida, che ospita oggi un pranzo-dibattito a Bruxelles per discutere le soluzioni utili a concretizzare il piano e portare la banda larga alle zone più remote del Paese, quella delle Nhn è una scommessa vinta: “lo dicono i fatti”, sottolinea.

“Portare l’accesso internet ad alta velocità a tutti i cittadini e alle imprese italiane, ovunque esse siano, è essenziale, ma non basta – evidenzia Giuffrida – perchè occorre garantire che tutti i cittadini abbiano scelta tra offerte competitive in termini di qualità e prezzo, come già avviene nei grandi centri abitati. Grazie ai fondi messi a disposizione dalla UE e dal Governo italiano, alle comunità territoriali spetta ora un ruolo centrale per la realizzazione di questo obiettivo”.

Oggi Raffaele Tiscar, vice-segretario generale della Presidenza del Consiglio, Salvatore Lombardo, ceo di Infratel, Antonio Preto, Commissario dell’Autorità garante delle Comunicazioni, Sergio Boccadutri, responsabile delle politiche digitali e innovazione del Partito Democratico e Patrizia Toia, capodelegazione Pd e membro della Commissione per l’Industria del parlamento europeo, hanno illustrato nei dettagli i vantaggi di avere finalmente una efficace strategia nazionale che prevalga su una inutile ed obsoleta sommatoria di piani regionali.

Degli iniziali 2,2 miliardi sbloccati dal Cipe ad agosto 2015, verranno subito ripartiti 1,6 miliardi, che si aggiungono a 1,2 miliardi di risorse dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (Feasr) e a 233 milioni del Piano operativo nazionale (Pon) per imprese e competitività. Un’altra delibera Cipe assegnerà 1,18 miliardi solo alle regioni del Mezzogiorno per finanziare anche altre opere infrastrutturali.

Fra i vari modelli attualmente possibili emerge il modello ad intervento diretto promosso da Infratel, società “in-house” del Ministero dello Sviluppo economico con cui la collettività investirà direttamente in un’infrastruttura che rimanga di proprietà, ma concessa in gestione ad operatori privati, a fronte di un pagamento di un canone proporzionale alle utenze raggiunte. Ciò permetterà di assicurare il raggiungimento dell’obiettivo di connessione a reti a banda ultra-larga grazie a un investimento che garantisca il recupero delle somme stanziate nel medio termine.

Il sistema, in fase di sperimentazione in alcune zone d’Italia, potrebbe rivelarsi una risorsa per tutto il territorio nazionale permettendo anche investimenti da parte di operatori alternativi che stimolano la concorrenza e l’innovazione a favore dei servizi ai consumatori e alle imprese.

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