IL PIANO

Ngn, Gorno Tempini: “Avanti con Metroweb, meglio avere una sola rete”

L’Ad di Cassa Depositi e Prestiti commenta il piano del governo sulla banda ultralarga: “Occorre evitare una duplicazione di sforzi”. E sulla società milanese: “Deve essere la base dell’operazione”

Pubblicato il 24 Mar 2015

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Sul piano della banda ultralarga del Governo si va avanti con Metroweb. E’ chiaro l’Ad della Cdp, Giovanni Gorno Tempini. “Mi pare che si sia fatta finalmente chiarezza su un punto: l’Italia ha bisogno di una rete in fibra, e questo viene prima degli interessi delle singole aziende – ha detto in un’intervista a La Stampa – Noi pensiamo che Metroweb debba essere la base di questa rete e andremo avanti per questa strada”.

“Se si può avere una sola rete è meglio per tutti: occorre evitare una duplicazione di sforzi”, ha aggiunto Gorno Tempini, che è anche presidente di Fsi.

La partita delle Ngn è infatti strettamente legata al futuro della società milanese della fibra su quale sono puntati gli occhi delle telco italiane. A cominciare da Telecom Italia che sarebbe pronta a proporre un congelamento dei diritti di voto per la quota eccedente la maggioranza pre sbloccare le trattative con F2i-Cdp su Metroweb e assicurasi il 51% delle azioni.

Con questa soluzione Telecom non investirebbe in una infrastruttura che non sarà sicura di poter consolidare, compromettendo di fatto il suo futuro, mentre la controparte pubblica potrebbe verificare sul campo la serietà degli impegni. Il congelamento dei diritti di voto sarebbe temporaneo, con uno scongelamento parallelo al dispiegamento del piano di investimenti e al completamento di tutte le garanzie regolamentari affinché la rete in fibra sia assolutamente neutra e quindi aperta a tutti i concorrenti e a parità di condizioni come lo è oggi Metroweb.

L’offensiva di Telecom Italia sulla banda ultralarga è dunque ufficialmente partita. La compagnia punta ad avere un ruolo di protagonista nel piano del Governo e ha iniziato ad affilare le armi prima varando – il collocamento lo scorso venerdì – un bond settennale da 2 miliardi per finanziare il suo progetto Ngn, e poi rilanciando sull’operazione di sistema con Metroweb, dopo che le trattative con Cdp si sono riaperte.

La strategia dell’ex incumbent è stata chiarita dall’Ad, Marco Patuano, in un’intervista ad Affari&Finanza di Repubblica. “Nelle nostre intenzioni – ha spiegato Patuano – Metroweb fungerebbe da acceleratore, per anticipare di circa un triennio gli 1,4 mld di investimenti nella rete Ftth che normalmente Telecom Italia svilupperebbe da sola dal 2018 al 2020. Inoltre attraverso Metroweb si potrebbe realizzare la cosiddetta “equivalence ofinput”, cioè la garanzia che tutte le richieste di allacciamento provenienti dagli operatori verrebbero trattate alla stessa maniera, processate in una società autonoma. Bisogna però capire che si tratta di due cose diverse che vanno trattate su due piani diversi: una cosa è il piano industriale che stiamo realizzando. Altra cosa è l’ipotesi di acquisto di una società che opera nel settore che può avvenire o meno, ma questo non incide sullo sviluppo della nostra rete”.

Ma anche Vodafone Italia è della partita. La compagnia ha firmato una lettera d’intenti con F2i per promuovere la banda ultra larga, nell’ambito del piano nazionale governativo, attraverso il veicolo, già esistente, Metroweb Sviluppo. I prossimi passi riguardano la definizione del piano industriale e, a tal fine, è prevista una serie di incontri tra le parti. Vodafone, dal canto suo, ha ribadito che l’interesse alla partecipazione al veicolo che avrà lo scopo di sviluppare la banda ultra larga è subordinata a tre condizioni: che ci sia la guida di un soggetto direttamente o indirettamente controllato dallo Stato, che non ci sia un operatore che abbia la maggioranza e che gli operatori che dovessero entrare in seguito lo facciano attraverso quote di partecipazione paritarie e non discriminatorie. F2i, con oltre il 53%, è l’azionista di maggioranza di Metroweb; il resto del capitale della società è in mano a Fsi, controllata di Cdp.

Vodafone non è l’unico interlocutore con cui F2i si sta confrontando. Il fondo, secondo fonti vicine alla vicenda, avrebbe avviato dialoghi anche con Wind, con la quale al momento non ci sarebbe alcuna lettera di intenti.

Proprio nei giorni scorsi, l’Ad Maximo Ibarra, aveva detto che “collaborare con altri operatori nel contesto Metroweb potrebbe essere una buona soluzione per questa fase”, sottolineando la necessità di “una equa governance e la garanzia della parità di accesso” alla rete. Ibarra ha anche detto che “sulla banda larga ci sono buoni presupposti. La soluzione migliore sarebbe un soggetto a partecipazione pubblica. La quota della partecipazione è secondaria, ma la governance deve essere con la partecipazione di tutti. In Italia ci sono tanti condomini e alcuni funzionano”.

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