Il digitale deve essere il motore di una rinnovata politica industriale e lo sviluppo dell’ultra banda larga mobile e fissa è l’autostrada sulla quale far correre i nuovi servizi della digital economy. Bene ha fatto, quindi, il governo a formulare il piano nazionale per la realizzazione delle nuove infrastrutture di rete, ma c’è ora bisogno di entrare nel vivo dei processi di investimento. La diffusione della rete ad alta velocità offre enormi vantaggi. Come è noto, una variazione di 10 punti percentuali della sua penetrazione, può generare una crescita del Prodotto interno lordo dei Paesi sviluppati dell’1,2%.
Oltre a migliorare la qualità della vita dei singoli cittadini, la banda ultralarga consente alle aziende di aumentare la propria produttività e di espandersi su nuovi mercati, con evidenti ricadute anche in termini occupazionali. Una stima dell’Unione europea, prevede, in tal senso, che la realizzazione delle nuove reti permetterà la creazione di alcuni milioni di nuovi posti di lavoro nel vecchio continente e, stiamo parlando dei nuovi job legati all’innovazione tecnologica.
È anche un’occasione unica per attuare quella rivoluzione della PA, necessaria per essere al passo delle moderne economie. Ho indicato più volte nei mesi scorsi cosa serve per accelerare questi processi: sono per una soluzione di sistema che coinvolga tutti gli operatori in un partnership forte pubblico-privata, se si vuole realmente far uscire il Paese da quel digital divide che è diventato da troppo tempo economy divide.