“La consultazione pubblica ha dimostrato che con gli operatori non si va da nessuna parte: hanno fatto un passettino avanti ma non ci cambia la vita. L’intervento pubblico è fondamentale per raggiungere gli obiettivi indicati dall’Europa”. E’ quanto osserva il vicesegretario generale alla Presidenza del Consiglio Raffaele Tiscar riferendosi ai target di copertura del territorio con la banda ultralarga dettati dall’Agenda digitale europea 2020.
Interpellato a margine del Consumers’ Forum dedicato al digitale, Tiscar ha spiegato che “non basta l’effetto annuncio da parte degli operatori che magari indicano un comune ma coprendone solo un’area. Non era questo – ha proseguito – lo scopo del governo che con la consultazione intendeva indirizzare l’intervento pubblico conoscendo l’investimento degli operatori”.
Tiscar ha spiegato che ad esempio in alcuni Comuni gli operatori hanno prenotato per gli investimenti in fibra solo alcuni palazzi e ciò non vuol dire che per quei Comuni siano stati raggiunti gli obiettivi. Partendo dai risultati è “fondamentale” definire la “legittimità dell’intervento pubblico perché laddove il mercato non ha le forze, non ha incentivi” solo con questo tipo di intervento si possono raggiungere gli obiettivi che al 2020 indicano che metà della popolazione deve essere connessa a 100 megabit.
Tiscar ha poi annunciato la road map del piano Bul. “Se tutto va bene contiamo di ‘smarcare’ entro fine gennaio i cluster C e D, cioè le aree a fallimento di mercato, mentre per giugno 2016 pensiamo ad un via libera per le restanti aree”.
Il piano del governo sulla banda ultralarga, spiega il vicesegretario generale di Palazzo Chigi, “è stato prenotificato” cioè sta in una fase preliminare alla notifica con un confronto tra le parti sui contenuti. Che prevedono un intervento dello Stato anche sulle aree ‘a mercato’ cioè quelle dove gli operatori sono presenti.
“E’ evidente – spiega Tiscar – che il piano ha degli aspetti non particolarmente problematici e altri parecchio innovativi visto che per la prima volta ci si prefigge di intervenire anche in aree a mercato”, cioè i cluster A e B, “mentre per l’Europa ci si dovrebbe astenere da interventi in queste aree”. Tuttavia “noi indichiamo interventi anche in aree a mercato dove si prevedono sì investimenti privati, ma non adeguati a raggiungere gli obiettivi europei”.
Nel corso del suo intervento al ‘Consumers’ Forum’, Tiscar ricorda che le caratteristiche dell’Italia, con un sistema imprenditoriale caratterizzato da pmi, sono tali da rendere l’intervento pubblico “doveroso: nei centri urbani ci vanno gli operatori – ha osservato – ma la fibra va garantita alle aziende che non stanno là”, ma a pochi chilometri da Milano o da altre città. “Taluni operatori banalizzano l’intervento del governo che, dicono, deve portare la fibra alla vecchina per la tv in 4K, sono stupidaggini. Se non portiamo sul territorio grande capacità trasmissiva, il nostro sistema produttivo ne pagherà le conseguenze”, ha concluso Tiscar.