Le aziende risparmiano, ma non sui software di sicurezza. Secondo
l’ultimo studio di PwC, aumentano le aziende che pianificano un
incremento della spesa in soluzioni tecnologiche che proteggono i
sistemi corporate dagli attacchi informatici. Il sondaggio è stato
condotto tra oltre 12.000 executive a livello globale; circa il 52%
ha risposto che la propria azienda spenderà di più per la
security nei prossimi 12 mesi. Un anno fa, solo il 38% pianificava
un aumento degli investimenti in software di sicurezza.
Ciò non vuol dire, aggiungono gli executive intervistati, che le
preoccupazioni sullo stato dell’economia si siano dissipate:
l’attenzione al budget resta, ma i soldi per proteggere i sistemi
si devono trovare perché, se aumentano le aziende che riferiscono
“nessun attacco ai sistemi” (dal 19% del 2009 a 27% nel 2010),
le aziende che vengono colpite subiscono danni sempre più
gravi.
Il 20% di chi ha avuto un incidente riferisce che l’azienda ha
perso denaro come conseguenza dell’attacco informatico, contro il
14% dell’anno scorso e l’8% del 2008. E’ in crescita anche il
furto di proprietà intellettuale, triplicato in tre anni: oggi
affligge il 15% delle aziende colpite da intrusioni nei sistemi
It.
Questi dati dimostrano che gli attacchi sono sempre più
sofisticati e studiati su misura, commenta John Pescatore, lead
internet security analyst di Gartner. “L’obiettivo di queste
azioni mirate è di essere praticamente invisibili. Ma producono
danni molto più seri di un semplice virus, come il furto di dati
dei clienti e di password”.
Un altro elemento che spinge le aziende a spendere di più in
sicurezza è la necessità di monitorare le reti interne ora che un
numero crescente di dipendenti porta i propri computer e smartphone
e li connette ai sistemi aziendali. E il segnale che il problema
della security è diventato prioritario e strategico è dato dal
fatto che nel 68% dei casi i chief information security officer
riportano direttamente al Ceo o al cda.