LA MANOVRA

Niente reddito di cittadinanza senza digitale, ecco il piano del governo

Nella nota di aggiornamento al Def si stabilisce che il sussidio sarà erogato “esclusivamente e completamente sotto forma digitale, con una carta ad hoc” per ridurre costi e possibilità di frodi. Sprint all’interoperabilità delle banche dati dei centri per l’impiego. In cantiere un Sistema Informativo Unitario

Pubblicato il 05 Ott 2018

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Niente reddito di cittadinanza senza digitale. La nota aggiuntiva al Def, presentata ieri in tarda serata dal Mef, si definiscono ufficialmente le misure di Welfare del governo. Il sussidio – si tratta di 780 euro da erogare a chi si trova sotto la soglia di povertà relativa – sarà erogato esclusivamente e completamente sotto forma digitale, con una carta ad hoc si presume, per “ridurre tempi, costi e possibilità di frodi”.

Nel contempo verrà attuata “la piena interoperabilità delle banche dati a disposizione dello Stato e dei Centri per l’Impiego, consentendo l’incontro in tempo reale della domanda e dell’offerta di lavoro”. Ma è sul rafforzamento dei Centri per l’impiego che il Def dedica ampio spazio: serve infatti, annota il loro “rafforzamento qualitativo e quantitativo” vista la necessità di coordinamento con le Regioni e la necessità di rendere quindi omogenee le prestazioni fornite.

Per questo il Def calendarizza, ma senza fissarne la data, un piano di assunzioni di personale qualificato, in aggiunta a quanto già definito nella Legge di Bilancio per il 2018. L’obiettivo infatti, è quello di “realizzare una rete capillare in tutto il territorio nazionale”. Non solo. “Sarà dedicata particolare attenzione anche alla realizzazione del Sistema Informativo Unitario e allo sviluppo di servizi avanzati per le imprese, in grado di facilitare l’attività di ricollocazione dei disoccupati”. Ritornando alle pensioni di cittadinanza, si legge, “una parte delle risorse destinate alla realizzazione delle misure verrà dal sistema previdenziale secondo logiche e principi che tengano conto di condizioni di equità e solidarietà”

Il beneficio è legato a doppio filo all’obbligo, per chi percepisce il reddito di cittadinanza, di seguire un percorso formativo vincolante accettando “almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore”. In arrivo anche la pensione di cittadinanza che eleva sempre a 780 euro gli assegni al minimo.

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