EX BEAUTY CONTEST

Nieri (Mediaset): “Gara frequenze, decideremo dopo aver visto regole”

Per la componente del cda la valutazione sarà effettuata solo dopo l’elaborazione del regolamento d’asta da parte di Agcom. E sulla conversione del mux Dvbh: “Non c’è limite antitrust”

Pubblicato il 03 Ott 2012

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Mediaset si riserva di valutare se partecipare o meno all’asta per le frequenze per la tv digitale detta “ex beauty contest”. “Quando ci saranno le norme le guarderemo con il massimo interesse e valuteremo la nostra convenienza” ha detto Gina Nieri, componente del cda di Mediaset e del comitato esecutivo del gruppo, riferendosi alle regole messe a punto dall’Agcom e che, dopo la consultazione pubblica, dovranno avere il via libera definitivo da Bruxelles. “Poi se parteciperemo o non parteciperemo – ha proseguito la dirigente parlando a margine della presentazione del X Rapporto sulla comunicazione del Censis a Roma – dipenderà da cosa c’è scritto nel regolamento dell’asta. Valuteremo sulla base delle nostre convenienze – ha ribadito – siamo un’azienda”.

Una volta chiarito il quadro e prese in esame le regole dell’asta, Mediaset deciderà anche se chiedere la conversione del multiplex che ora è in Dvbh (tv mobile) : “Quando avremo valutato tutto, decideremo” ha aggiunto la Nieri, sostenendo che per le frequenze in discussione “non c’è un limite Antitrust” e bisogna dunque solo attendere il regolamento per l’asta.

Infine la rappresentante di Mediaset ha commentato la decisione del governo di non procedere all’assegnazione delle frequenze per il digitale attraverso il beauty contest. “Se si portava a fondo il beauty contest – ha osservato – era meglio per tutti, del resto è il metodo usato nel resto d’Europa e negli Stati Uniti”.

Lo scorso 20 settembre il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato una prima bozza dello schema di provvedimento sulle procedure di gara previste dalla legge 44/2012 in materia di frequenze televisive, per poi inviarlo a Bruxelles. In seguito sarà sottoposto a consultazione pubblica tra i soggetti interessati e, per la sua definitiva approvazione, occorrerà un parere formale della Commissione europea.

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