PRIVACY

No alla raccolta dati senza consenso: la Germania “blocca” Google

L’ordine arriva dalle autorità tedesche per la tutela dei dati personali. BigG si potrà appellare a un tribunale amministrativo per far annullare la decisione

Pubblicato il 08 Apr 2015

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In attesa di possibili stangate dall’Antitrust europeo, Google continua ad accumulare contenzioni con diversi Stati del Vecchio Continente. L’ultimo riguarda nuovamente la Germania, dove la questioni riguardanti la privacy sono prese con particolare attenzione a causa dei gravi abusi compiuti durante la dittatura nazista prima e comunista poi (nella ex metà orientale del Paese). Le autorità tedesche hanno ordinato a Google di limitare il suo sistema di raccolta dei dati, sottoponendolo al consenso degli utenti.

La decisione è stata presa dall’ufficio di tutela della privacy di Amburgo, dove ha sede la divisione locale del gruppo Usa, ma si applica a tutto il Paese. Conferma una decisione presa lo scorso anno contro cui la società aveva fatto ricorso. Ora Google ha un mese di tempo per presentare un ulteriore ricorso di fronte ad un tribunale amministrativo, mentre in caso di non attuazione del disposto rischia multe.

Intanto l’Antitrust europeo starebbe preparando un’azione contro Google che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Secondo il Wall Street Journal la Commissione europea avrebbe chiesto alle aziende che hanno denunciato il gigante della ricerca on line il permesso di pubblicare alcune informazioni depositate inizialmente in via confidenziale.

Secondo il giornale americano, oltre alla posizione dominante nella ricerca on line, la Commissione imputerebbe a Google di “raschiare” i contenuti da siti rivali, limitando ingiustamente gli inserzionisti e gli sviluppatori di software che fanno affari con Google stesso. Google gestisce oltre il 90% delle ricerche sul Web in Europa, molto più rispetto la sua quota nel mercato statunitense.

Se l’Antitrust Ue decidesse di procedere, si aprirebbe un caso di alto profilo, più alto di quello storico Microsoft che ha pagato all’ Unione Europea 1,7 miliardi di euro di multe nel 2012. Il gigante Usa richierebbe una maximulta pari a circa il 10% del fatturato annuo, vale a dire circa 6 miliardi stando la bilancio del 2014. Da Bruxelles arriva la conferme che l’ indagine dell’Antitrust Ue è in corso.

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