“L’azienda si è presentata ancora una volta con un piano fatto solo di tagli, che non fornisce chiarezza rispetto a come la multinazionale voglia rilanciarsi nel nostro Paese e con quali investimenti. L’unica cosa certa è che continua un processo di riduzione del perimetro di attività svolte oggi in Italia, che avrà un impatto soprattutto sulla parte Ip/Optical networks e sul mobile. L’azienda sostiene che la riduzione di 219 unità rappresenti l’obiettivo massimo. Noi pensiamo che quel numero possa ridursi fortemente e dobbiamo lavorare tutti per questo scopo”. Così Roberta Turi, segretario nazionale Fiom Cgil, commenta l’incontro al ministero dello Sviluppo economico tra il coordinamento nazionale delle Rsu Nokia e Alcatel Lucent, le organizzazioni sindacali e la direzione di Nokia, convocato per conoscere il piano industriale della nuova azienda nata dall’acquisizione di Alcatel Lucent da parte della multinazionale finlandese.
“È fondamentale – conclude Turi – che il neoministro incontri i vertici Nokia per convincerli a ridurre gli effetti delle sinergie a fronte dell’impegno del paese ad investire sulla banda ultralarga. Aziende come Nokia continuano a remotizzare molte attività perché ormai è possibile effettuare la manutenzione da qualsiasi parte al mondo. Crediamo che quest’aspetto vada preso in considerazione quando si costruiscono bandi per l’implementazione dell’ultrabroadband – conclude Turi – per garantire che le attività legate all’erogazione di finanziamenti pubblici vengano svolte in Italia e non altrove”.
“Non è chiaro come l’azienda intenda riorganizzarsi nel nostro paese – sottolinea Giuseppe Ricci, coordinatore nazionale Fim Cisl per il gruppo Alcatel-Lucent – nonostante più volte abbiamo chiesto dati sui progetti futuri, sulle attività e sulla ricerca, che è supportata sia dal Mise che della Regione Lombardia. La Fim non condivide l’impostazione dell’azienda che sembra voler prima voler capire quali sono gli strumenti non traumatici che può avere a disposizione per gestire al riorganizzazione e poi illustrare il piano industriale”.
“Ci aspettiamo che ci sia al più presto un incontro tra il Ceo di Nokia e governo italiano – conclude Ricci – così come è stato annunciato al tavolo, perché non è più possibile condividere con l’azienda nessun percorso se prima non si chiarisce quale sarà il futuro dei circa 1.400 lavoratori”.
La riunione è stata aggiornata al 7 giugno, per poter entrare ancora nel merito del piano strategico di Nokia per l’Italia.
La direzione aziendale – si legge in una nota della Fiom Cgil che racconta la riunione di ieri – ha ribadito l’importanza di un’acquisizione che ha determinato la nascita di un operatore di tlc che sarà in grado di competere con Ericsson e Huawei, ha informato che le linee di prodotti saranno quattro: optics&ip, accesso fisso, application&analytics e mobile.
Quanto agli effetti operativi del “piano di trasformazione globale” secondo le intenzioni dell’azienda dovrà produrre circa 900 milioni di euro di riduzione di costi, e che si tradurrà, per l’Italia, nel taglio di 219 posti di lavoro, 119 per la former Alu e 100 per la former Nokia.
“L’azienda ha sostenuto che la ricerca e sviluppo non verrà toccata e ha motivato il numero di esuberi come il risultato non solo delle sovrapposizioni che si creano con la fusione, ma anche della scelta strategica di portare alcune attività all’estero – conclude il comunicato – e ha inoltre manifestato la volontà di gestire gli esuberi in maniera non traumatica, evidenziando però che l’unico ammortizzatore sociale possibile sarebbe la cassa integrazione straordinaria”.