L’assemblea degli azionisti Nokia ha approvato la cessione della telefonia mobile a Microsoft. I benefici finanziari dell’accordo hanno così prevalso sulle resistenze di una piccola parte degli investitori, che hanno reso pubblico nell’ultimo periodo tutto il loro disappunto per la vendita di un’icona nazionale finlandese.
La decisione di Nokia di cedere i propri modelli, i servizi e i brevetti a Microsoft per 5,44 miliardi risale a settembre, dopo un periodo di infruttuosi tentativi per recuperare il terreno perduto nel campo degli smartphone.
La vendita dovrebbe concludersi definitivamente entro il primo trimestre del 2014, dopo che saranno stati messi agli atti i pareri favorevoli di tutti gli enti regolatori.
Grazie a questa operazione i conti di Nokia riceveranno una importante boccata di ossigeno, con l’azienda che arriverà a contare su una cassa da 8 miliardi di euro (erano due nel terzo trimestre 2013), e che potrebbe consentire agli azionisti di vedersi distribuire un dividendo speciale.
Spogliata dal business della telefonia mobile, il 90% delle entrate di Nokia deriveranno dalla sua unità che produce dispositivi per le telecomunicazioni, Nsn (Nokia Services and Networks), e che potrà mettere sul mercato un software per la navigazione e un “tesoretto” di brevetti accumulati nel tempo.
Dall’annuncio dell’accordo con Microsoft il valore delle azioni di Nokia è raddoppiato, e ieri ha chiuso a 6 euro. Il punto più basso dal 1994 i titoli della casa finlandese l’avevano toccato l’anno scorso, quando erano cadute fino a 1,33, nel momento in cui dilagava il timore che non fosse più possibile recuperare lo svantaggio nei confronti dei concorrenti più forti come Samsung e Apple.
Acquisito l’ok dall’assemblea degli azionisti, l’incontro che a mezzogiorno si è svolto svolge nella Helsinki Ice Hall arena, è stato anche l’occasione in cui gli insoddisfatti hanno potuto far sentire le proprie ragioni.
Nokia è il più importante marchio finlandese, e a un certo punto è arrivato a rappresentare il 4% del prodotto interno lordo nazionale: per questo la vendita del comparto di telefonia cellulare è stata accolta da molti finlandesi come uno shock.
Durante l’ultima assemblea degli azionisti di Nokia molti investitori avevano preso la parola per chiedere conto al Ceo, Stephen Elop, della sua strategia e del perché abbia deciso nel 2011 di adottare il software per telefoni di Microsoft piuttosto che il Symbian, prodotto dalla stessa Nokia, o Android, il sistema operativo più diffuso al mondo.
Dopo l’annuncio dell’accordo con Microsoft, da cui proveniva, Elop si era dimesso, e una volta conclusa la vendita dovrebbe tornale all’azienda di Redmond. Anche per questo i giornali scandalistici finlandesi gli hanno attribuito il soprannone di “cavallo di troia”. Ma la maggior parte degli analisti si sono schierati dalla sua parte, sostenendo la sua decisione nei confronti di Microsoft.
Nei mesi scorsi un uomo d’affari svedese ed ex dirigente di Nokia, Juhani Parda, aveva creato un gruppo che aveva chiamato “Nokita”, che tradotto dal finladnese vuol dire “Scommetti di più”, per tentare di superare l’offerta di Microsoft, ma proprio nelle scorse ore ha annunciato di non aver trovato abbastanza investitori per portare a termine il suo progetto. “Di certo nel mio piano c’era un po’ di patriottismo – ha affermato lunedì ufficializzando la resa – ma penso che 5,44 miliardi sia davvero un buon affare per Microsoft. Il problema è che non sono sicuro che sia la soluzione migliore per gli azionisti”. Secondo i calcoli resi pubblici da Parda, il mercato dei dispositivi Nokia avrebbe potuto essere stimato attorno ai 23 miliardi di euro in tre anni se la casa finlandese avesse adottato Android oltre che Windows Phone.