“La Nokia Solutions Network vuole mantenere il primato di azienda inflessibile totalmente incurante delle relazioni sindacali e del rapporto con le lavoratrici e i lavoratori. A pochi giorni dalle sentenze del Tribunale di Milano che le hanno intimato di reintegrare i primi tre lavoratori che erano stati licenziati alla fine dell’anno scorso insieme ad altri 110 colleghi, Nokia decide di portare un nuovo colpo ai lavoratori e al sindacato disdicendo tutti gli accordi frutto della contrattazione aziendale e decidendo di cambiare contratto collettivo nazionale senza neppure dare una motivazione plausibile della sua scelta, come se il Ccnl e il sindacato fossero un prodotto da supermercato che si può cambiare o evitare all’occorrenza”.
Lo afferma in una nota Roberta Turi, segretario nazionale della Fiom Cgil, facendo riferimento alla lettera indirizzata dall’azienda a Fim, Fiom e Uilm in cui annuncia la disdetta dal 31 dicembre 2015 degli integrativi e il passaggio per i lavoratori dal contratto metalmeccanico a quello delle telecomunicazioni.
“L’operazione – prosegue Turi – è tanto più scorretta se si pensa che siamo alla vigilia dell’operazione di acquisizione di Alcatel-Lucent da parte di Nokia che si dovrà svolgere nel 2016. Se queste sono le premesse possiamo immaginare, se non si interviene, quale potrebbe essere il seguito dell’operazione. La Fiom, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha sollecitato più volte il governo a incontrare la multinazionale finlandese per chiedere che l’acquisizione non determini una perdita occupazionale e di attività pregiate”.
“La Nokia – ricostruisce il segretario nazionale dei metalmeccanici Cgil – non si è costruita una buona fama nel nostro paese: ha chiuso tutti gli stabilimenti produttivi, ha abbandonato qualsiasi attività di ricerca e sviluppo ed è rimasta oggi con solo 350 addetti che lavorano su attività commerciali. Il rischio è che l’acquisizione della Alcatel-Lucent, che oggi in Italia conta più di 1.000 dipendenti, determini la fine delle poche attività di ricerca e sviluppo ancora presenti nel nostro paese, abbia un impatto negativo sull’occupazione e ponga fine a relazioni sindacali che hanno sempre evitato azioni traumatiche come quelle portate avanti dalla spietata Nokia. È venuto il momento che il Governo intervenga nei confronti della Finlandia per far assumere alla Nokia comportamenti corretti – conclude – anche nei confronti delle istituzioni. Nei prossimi giorni la Fiom deciderà con i lavoratori le iniziative da intraprendere contro la disdetta degli accordi”.