Non c’è connessione? Niente paura, il search di Google ora è (anche) “offline”

Sviluppato un sistema che fa effettuare ricerche anche con connessione Internet intermittente o debole per poi dare i risultati non appena l’utente torna connesso. Via anche all’acquisizione di Fabric da Twitter

Pubblicato il 19 Gen 2017

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Google punta a migliorare la ricerca in rete da dispositivi mobili e lo fa pensando ai momenti o alle aree in cui la connessione a internet è intermittente o debole. La compagnia ha reso disponibile un sistema che fa effettuare ricerche sul motore di Big G anche “offline”, per poi restituire i risultati non appena l’utente torna connesso. La novità è disponibile nell’ultima versione dell’app di Google per Android. Il meccanismo appena implementato, spiega Google sul suo blog, non funziona in assenza totale di internet, ma permette di inoltrare richieste anche nei momenti “offline”. Il motore le accoglie e poi processa e restituisce i risultati quando torna la connessione, avvisando l’utente. Un modo per evitare perdite di tempo quando si cerca qualcosa dal telefonino con la copertura di rete che va e viene. Ad esempio quando si è in viaggio, oppure in zone con connessione debole.

Finora in casi come questi bisognava riavviare le ricerche una volta tornati online, ora Google le conserverà e avviserà quando ha i risultati disponibili. La compagnia rassicura anche chi teme per la quantità di dati scaricata e per la durata della batteria del dispositivo: il sistema è tale da non impegnare più risorse del dovuto, dice Big G. Insomma non prosciugherà la batteria e l’autonomia dello smartphone. In qualsiasi momento inoltre si potrà gestire la coda dei termini di ricerca digitati mentre ci si trova offline.

E BigG si avvicina ad un pezzo di Twitter. La compagnia di Mountain View ha acquistato un insieme di prodotti di Twitter per gli sviluppatori. Si tratta di Fabric, una piattaforma creata per agevolare gli sviluppatori a realizzare app e servizi integrati con i cinguettii del microblog. L’acquisizione è ufficializzata da entrambe le compagnie, pur senza specificare i dettagli finanziari dell’operazione. Secondo alcune fonti citate dal sito Recode anche Microsoft era interessata a questo pezzo di società di Twitter.

La compagnia guidata da Jack Dorsey, alle prese con trimestrali non brillanti e problemi finanziari, sta dismettendo alcuni dei suoi fiori all’occhiello. Prima di Fabric è toccato a Vine, la piattaforma per i video lampo di sei secondi spenta proprio qualche giorno fa. Attiva nel 2014, Fabric fornisce agli sviluppatori gli strumenti per creare applicazioni e in appena due anni, si legge sul suo blog, ha raggiunto due miliardi e mezzo di dispositivi mobili. Tra i suoi strumenti, ora di Google, anche Crashlytics e Answers, per stabilità e analisi delle applicazioni. I dipendenti lavoreranno nel team di sviluppatori di Google, in particolare nella piattaforma Firebase, creata da Big G appunto per aiutare gli sviluppatori a creare app più performanti.

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