Continua a crescere la logistica conto terzi in Italia: 84 miliardi il fatturato previsto nel 2018, +0,7% rispetto all’anno precedente, 84,5 miliardi la previsione per il 2019, con aziende capaci di intercettare i cambiamenti in atto e introdurre miglioramenti lungo l’intera filiera. L’outsourcing rappresenta il 41,7% delle attività logistiche complessive, per un valore di mercato di 47,5 miliardi. La fotografia è scattata dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano.
Il report parla di un settore in salute in crescita anno su anno dal 2015 . “Uno dei trend emergenti -dice Marco Melacini, responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics — è la diffusione di un modello organizzativo che affianca all’affidamento a un solo fornitore della maggior parte delle attività di logistica, trasporto e distribuzione, il suo coinvolgimento nella definizione e della gestione dell’innovazione. Un approccio strategico, in cui il fornitore viene scelto anche in base alla sua capacità di integrare i flussi informativi e di reagire e adattarsi alle esigenze di business, e collaborativo, perché committente e fornitore fanno innovazione insieme”.
La crescente esigenza di omnicanalità e personalizzazione del processo logistico, la diffusione di app e soluzioni 4.0 che automatizzano alcune attività e l’attenzione alla sostenibilità stanno cambiando il ruolo e la configurazione dei magazzin.
“La tendenza è disegnare dei magazzini flessibili, con competenze più specializzate, e sfruttare tecnologie green affinché da spazi ad elevato dispendio energetico e rilascio di emissioni si trasformano in luoghi a impatto ambientale ridotto e capaci di produrre energia da riutilizzare lungo la filiera”, sottolinea Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics.
Le soluzioni
Una delle tendenze rilevate dalle imprese del settore è il passaggio da un modello di “Commodity Outourcing”, che prevede l’affidamento delle attività logistiche a diversi fornitori, a uno di “Strategic Outsourcing”, ossia la gestione della maggior parte o addirittura dell’intero processo logistico a un solo fornitore, che cresce più del mercato complessivo (+17,5% in otto anni), toccando quota 9,6 miliardi di euro su un valore totale del mercato logistico pari a 113,8 miliardi di euro. Si tratta di un approccio più strategico, perché irreversibile nel breve-medio periodo e quindi bisogna selezionare un fornitore in grado di adattarsi rapidamente alle esigenze del committente. Il vantaggio è che la gestione dell’innovazione diventa collaborativa, perché il fornitore partecipa al processo insieme al committente e più snella perché bisogna relazionarsi con un solo interlocutore. Una collaborazione più stretta che produce un confronto continuo nell’84% dei casi (almeno mensile nel 63%) e vantaggi dal punto di vista della riduzione dei costi (nel 5% dei casi), del miglioramento del servizio (25%), in entrambe le dimensioni (39%) e nella riduzione dell’impatto ambientale (2%).
L’approccio collaborativo emerge anche in attività come la selezione del personale, con il crescente ricorso ad agenzie per il lavoro per la gestione diretta dei lavoratori nelle fasi di reclutamento, formazione e primo inserimento delle risorse.
Il comportamento sempre più omnicanale degli utenti spinge le imprese a integrare la gestione di tutti i canali online e offline a disposizione. Cresce l’impiego di Transport Management Systems (TMS), software gestionali che consentono di pianificare le attività su tutti i canali attivi e intervenire rapidamente in caso di necessità, con conseguente risparmio di costi e miglioramento del servizio.
La diffusione di tecnologie digitali consente al fornitore logistico di espandere la gamma di servizi offerti. Le soluzioni 4.0 permettono, ad esempio, di personalizzare la consegna a domicilio con l’invio della foto di chi consegnerà il prodotto e di altre informazioni e di tracciare il prodotto in tempo reale lungo l’intera filiera. La Logistica 4.0 permette anche di integrare alcuni processi logistici e automatizzare alcune attività, utilizzando ad esempio etichette intelligenti e sensori che consentono alle macchine di comunicare fra loro senza l’intervento umano. Si diffondono, infine, applicazioni per la mappatura in 3D del magazzino per localizzare in tempo reale i mezzi e le merci senza scannerizzare i barcode e Mobile App che aiutano i trasportatori a gestire i flussi di trasporto, carico e scarico.
Verso magazzini più flessibili e green
La tendenza alla terziarizzazione sta modificando anche la progettazione dei magazzini, con le aziende che sempre di più preferiscono l’opzione “buy” (acquisto di un servizio logistico) all’opzione “make” (gestione interna dei processi logistici) sia quando si tratta di magazzini di stoccaggio (dal 60% attuale al 63% previsto nei prossimi anni) sia se si considerano i magazzini di prossimità (dal 67% al 78%). I depositi saranno sempre meno legati alla produzione (in calo dal 37% al 19% nei magazzini di stoccaggio e dal 36% al 18% in quelli di prossimità), mentre aumenterà l’importanza della disponibilità di manodopera (in crescita dal 10% al 23% per i magazzini di stoccaggio e dal 16% al 27% per i magazzini di prossimità). Crescerà l’utilizzo dei mezzanini soprattutto per rispondere ai bisogni dettati dall’automazione e da servizi avanzati: calerà dal 37% al 27% la percentuale di imprese che non li usa e aumenterà dal 38% al 44% l’uso di mezzanini removibili.
Sempre più operatori sono attenti alla sostenibilità energetica e ambientale. L’impiego di ricariche ad alta frequenza e di batterie agli ioni di litio (passato dall’1% del 2016 al 6% del 2018) consente di aumentare la resa, ridurre le perdite e diminuire i consumi nella fase di carica, per un -36% di risparmio totale sul consumo di energia elettrica e un altro -36% di risparmio di emissioni di CO2. Come risultato, il numero di magazzini “Carbon Positive” (a elevato livello di emissioni e spreco energetico) scenderà dal 56% al 10%, i magazzini “Carbon Neutral” (a zero emissioni e sprechi) salirà dal 26% al 54% e raddoppierà la percentuale di magazzini capaci di generare energia per la rete distributiva (“Carbon Negative”, dal 19% al 36%).