Fumata nera oggi all’incontro al ministero del Lavoro tra il management di Nokia Solution and Networks (ex Nokia Siemens Networks) e le organizzazioni sindacali per discutere del piano di ristrutturazione che l’azienda ha annunciato in Italia.
Il fatto che non si sia raggiunta un’intesa causerà l’apertura delle procedure di mobilità, anche se l’azienda abbia annunciato di voler considerare soluzioni dell’ultimo momento per mitigare l’impatto della ristrutturazione.
La vertenza era iniziata alla fine di luglio, quando l’azienda aveva annunciato 226 esuberi nelle sedi di Agrate, Roma e Napoli, motivando la decisione con la necessità di focalizzare la propria attività sul comparto di mercato della Banda Larga Mobile, che risale al novembre 2011. Proprio in questa prospettiva si è reso necessario “l’allineamento alla strategia con una struttura adeguata ed efficiente”. Da quel momento era partita la cassa integrazione, che oggi non ci sono stati i margini per rinnovare.
“In Italia siamo ormai alla smobilitazione – afferma Luciano Bruschi, delegato Fiom-Cgil per questa vertenza – il confronto che abbiamo avuto al ministero evidenzia che c’è una totale assenza di piani per questa azienda in Italia. L’impressione è stata che la direttiva dei vertici internazionali del gruppo fosse quella di procedere a tutti costi verso la messa in mobilità, rifiutando gli accordi su qualunque soluzione alternativa, a partire dai contratti di solidarietà. Oggi era l’ultimo giorno utile per trovare un’intesa, e mi risulta che siano già partite le comunicazioni”.
“Credo sia difficile che si prospetti un licenziamento di massa per 226 lavoratori – conclude Bruschi – probabilmente l’azienda ricorrerà anche a esodi incentivati che i dipendenti saranno costretti ad accettare con lo spettro della mobilità. Considero grave, comunque, che non siamo riusciti, dopo averlo richiesto a più riprese, a ottenere un incontro al Mise su questa vertenza”.