LA VERTENZA

Nsn, in stallo la trattativa sui 154 esuberi

Si conclude senza accordo la riunione al ministero del Lavoro tra sindacati e azienda sulle procedure di mobilità. Ultima chance nella seduta del 24 settembre. Sul tavolo anche l’eventualità di prorogare la scadenza della trattative per cercare nuove strade

Pubblicato il 18 Set 2014

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Si è chiusa senza accordo tra azienda e sindacati la riunione al ministero del Lavoro sulla vertenza Nokia Solutions and Networks, che vede in ballo l’inizio della procedura di mobilità per 154 lavoratori in Italia dell’azienda.

Si tratta per la maggior parte di persone impiegate in Lombardia (circa 130), mentre i rimanenti sono allocati tra Roma e Milano.

I lavori del tavolo sono stati aggiornati al 24 settembre, quando si tireranno le conclusioni e si deciderà definitivamente se c’è lo spazio per trovare un’intesa. Dal canto suo l’azienda giustifica la decisione di non muoversi dalla posizione iniziale con l’argomento che i 154 lavoratori di cui si discute oggi sono “la coda” di un processo di ristrutturazione che il gruppo ha iniziato a novembre 2011, ufficializzata a maggio 2012, che riguardava in tutto 580 persone. Una vertenza in cui fino a oggi l’azienda avrebbe fatto il massimo sforzo per mitigare l’impatto sociale della ristrutturazione. Ma le trattative di oggi, in vista della chiusura della procedure ormai imminente, si sono concentrate su due temi in particolare. Intanto per verificare la disponibilità dell’azienda ad accettare di concedere un incentivo alle persone che decidessero volontariamente di lasciare il posto di lavoro. Tra le proposte richieste sul tavolo ci sarebbe anche quella di un incentivo di 42 mensilità, rispetto al quale si è parlato dell’eventualità che un centinaio di lavoratori possano essere disponibili ad accettare l’offerta. In secondo luogo si starebbe verificando, dal lato Governo, anche la possibilità di esterndere ancora per un anno la Cigs, purchè effettuata a rotazione. Questioni sulle quali l’azienda non si è pronunciata, prendendo atto della situazione e riservandosi di dare una risposta nella riunione del 24. Proprio da questi due punti si potrebbe ripartire per trovare un’intesa nell’ulitma riunione utile del tavolo.

Da parte loro i sindacati rimangono convinti che lo spazio per una trattativa ci sia ancora, ma che per trovare un accordo sia necessario che il management italiano del gruppo presenti proposte precise e strade percorribili.

“Pensiamo che ci sia ancora la possibilità di trovare percorsi per la ripresa delle attività in Italia di Nsn – afferma Andrea Bellisai, coordinatore nazionale per Nsn della Fim Cisl – molte attività ‘global’ di Nokia sono aggi allocate all’estero, e una volta erano in Italia. Qui ci sono le competenze che potrebbero consentire a queste persone di riallocarsi anche all’estero, ma dall’azienda ci hanno risposto questotnon fa parte delle loro strategie, e che la soluzione per questi 154 esuberi deve essere trovata sul mercato domestico”. “Tra l’altro la Regione Lombardia ha messo sul piatto le opportunità offerte dal proprio bando competitività, che rende disponibili fondi per finanziare attività imprenditoriali e startup. Ma in questo caso l’azienda dovrebbe individuare progetti specifici. Al momento non si vedono spiragli – conclude Bellisai – anche se è apprezzabile che il Governo si sia dimostrato consapevole della gravità della situazione e abbia invitato l’azienda a riflettere in vista della riunione del 24”.

“Noi abbiamo ribadito all’azienda che una soluzione si può trovare in tre passaggi – spiega Roberto Zanotto, coordinatore della vertenza Nsn per Fiom – Innanzitutto è necessaria la ricerca di nuove attività da allocare in Italia, con il tempo necessario a questo procedimento che si potrebbe coprire con la cassa integrazione. E il terzo passo è pensare alla mobilità volontaria incentivata per ridurre al minimo il contraccolpo sui lavoratori”.

“La questione in ballo – continua Zanotto – non riguarda soltanto i 154 esuberi di cui parliamo oggi, ma anche gli altri 280 dipendenti, e quindi il futuro di Nokia Italia. Nel nostro Paese rimangono infatti due attività marginali, la commercializzazione e l’assistenza, che vista la situazione del mercato sono settori molto fragili. Se non si aggiungerà lo sviluppo di qualche prodotto nuovo la situazione rimarrebbe grave in assoluto. Un ruolo importante sarà quello dei dirigenti Italiani del gruppo, che devono provare a forzare con la casa madre per ritagliarsi più autonomia decisionale, come hanno fatto bene i loro colleghi in Germania. E su questo versante un risultato sarebbe già la disponibilità ad allungare i tempi della procedura: decisione che però dalla Finlandia pare non vogliano prendere in considerazione”.

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