l’operazione

Nvidia, via libera Ue al takeover su RunAI



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L’acquisizione da 700 milioni della startup israeliana da parte del chipmaker non solleva problemi di concorrenza. La richiesta di analizzare il caso era stata inoltrata a Bruxelles dall’Antitrust italiano

Pubblicato il 20 dic 2024

Federica Meta

Giornalista



Secure-Microchip-orizz

Via libera Ue al takeover di Nvidia du Run:ai. La Commissione europea ha approvato incondizionatamente, ai sensi del Regolamento Ue sulle concentrazioni, la proposta di acquisizione da 700 milioni con cui il chipmaker punta alla startup che produce software di orchestrazione Gpu: queste soluzioni consentono alle aziende di programmare, gestire e ottimizzare la propria infrastruttura di elaborazione dell’intelligenza artificiale, sia in sede, nel cloud o in ambienti ibridi.

Nessun impatto sulla concorrenza

La Commissione ha concluso che la transazione non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza nello Spazio economico europeo, non raggiungendo le soglie di notifica stabilite nel regolamento in quanto gli attuali ricavi di Run:ai sono trascurabili.

“L’intelligenza artificiale è destinata a influenzare significativamente molti settori in Europa – spiega la vicepresidente Teresa Ribera –  Poiché Nvidia è un produttore leader di hardware chiave per le applicazioni di intelligenza artificiale utilizzate nell’Ue e oltre, è stato importante verificare attentamente se l’acquisizione di Run:ai potesse avere un impatto negativo sulla concorrenza nei mercati critici, essenziali per la competitività futura.”.

“Tuttavia, la nostra indagine di mercato ha confermato che altre opzioni software compatibili con l’hardware di Nvidia rimarranno disponibili sul mercato – puntualizza – Questo caso, inoltrato dall’Italia, sottolinea l’importanza delle segnalazioni degli Stati membri per permettere alla Commissione di continuare a verificare le transazioni potenzialmente problematiche”.

Il ruolo dell’Italia

L’operazione era stata notificata in Italia, come richiesto dalla legge sulla concorrenza italiana, su richiesta dell’Antitrust che ha utilizzato i suoi poteri di “call-in”. Tali poteri consentono all’autorità italiana di esaminare le transazioni che non soddisfano le soglie di fatturato nazionali pertinenti, ove ritenga che una transazione possa presentare rischi concreti per la concorrenza e siano soddisfatte le altre condizioni stabilite nella legge sulla concorrenza italiana. L’Italia ha dunque presentato una richiesta di rinvio alla Commissione. Questa disposizione consente agli Stati membri di chiedere alla Commissione di esaminare una fusione che non ha una dimensione Ue ma che incide sugli scambi all’interno del mercato unico e minaccia di incidere in modo significativo sulla concorrenza nel territorio dello Stato membro o degli Stati membri che presentano la richiesta.

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