Il governo statunitense è pronto a presentare un progetto di legge che metterebbe fine alla controversa e massiccia raccolta di dati operata dalla National Security Agency (NSA), l’agenzia di spionaggio interna degli Stati Uniti finita nell’occhio del ciclone dopo le rivelazioni del suo ex funzionario Edward Snowden.
Lo riferisce il New York Times, secondo il quale la nuova legge prevederebbe che le registrazioni rimangano nelle mani delle compagnie telefoniche, che le conserverebbero per un tempo stabilito da loro e fornirebbero eventualmente alla Nsa la possibilità di consultarle solo con il permesso di un giudice.
La proposta del governo cercherà di prorogare di 90 giorni il programma attuale per ”varare in seguito gli importanti cambiamenti”. Intanto, presso la Commissione della Camera sull’intelligence, democratici e repubblicani hanno presentato una mozione bipartisan che metterebbe fine alla raccolta massiccia di dati da parte della Nsa, ma manterrebbe la possibilità per il governo di ottenere informazioni su spie e terroristi.
La Nsa attualmente utilizza il programma di registrazione delle chiamate, una volta segreto, soprannominato 215 program – dalla sezione 215 del Patrioct Act – per analizzare i legami tra gli utenti con l’obiettivo di identificare eventuali reti terroristiche. Ciò era parte di un programma segreto di sorveglianza che l’ex presidente americano G.W. Bush aveva posto in essere dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, al di fuori di ogni cornice legale.