La crisi economica globale impatta “notevolmente” anche su scienza, tecnologia e industria (Sti) e sulle politiche applicate a questi settori dell’innovazione. Nel 2010 e nel 2011, dato che le restrizioni di bilancio pubblico sono diventate più severe, molti Paesi moderano notevolmente o riducono la spesa per la R&S di circa il 4%. E’ quanto rileva l’Ocse nel “Science, Technology and Industry Outlook 2012“, presentato oggi per la prima volta in Italia, presso l’Accademia dei Lincei, a Roma.
Secondo l’Ocse, però, se è vero che la crisi sia stata la causa della stagnazione o del declino delle attività innovative nei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, “non ha avuto lo stesso effetto in alcuni Paesi emergenti”.
La Cina, sottolinea infatti il Rapporto, “ha registrato ancora un’alta crescita del Pil e un aumento continuo delle attività innovative, giacché la R&S aziendale è cresciuta del 26% nel 2009”. Di conseguenza, la quota della Cina nella R&S globale che è cresciuta dal 7% nel 2004 al 10,5% nel 2008, è balzata al 13% nel 2009: la crisi, prosegue l’Ocse, ha contribuito ad accelerare una tendenza già esistente. Allo stesso tempo, in Paesi che crescono quali l’India e il Brasile, l’innovazione è stata considerata una delle priorità dell’agenda.
Il Rapporto dell’Ocse rileva dunque che a livello mondiale, l’impatto della crisi economica globale sul settore dell’innovazione è stato subito negativo. La spesa aziendale nell’area Ocse per la ricerca e sviluppo (R&S) ha segnato una diminuzione senza precedenti del 4,5% nel 2009. Tale spesa è diminuita in tutti i principali Paesi Ocse investitori nella R&S, fuorché in Corea e Francia. Nel 2010, la ripresa avvenuta in alcuni Paesi, non è ai livelli della R&S del pre-2009. La tendenza, segnata da una picchiata al ribasso seguita da una parziale ripresa, è confermata da indicatori quali le licenze e i marchi depositati, aggiunge il Rapporto.
Le economie dei Paesi membri dell’Ocse hanno fatto fronte a sfide senza precedenti a causa, sottolinea l’Outlook dell’Ocse, degli shock a breve termine, collegati alla crisi economica, e di quelli di lungo termine quali ambientali, demografici e sociali. I Governi stanno mobilitando tutti i settori dell’azione pubblica per elaborare le risposte adeguate che siano atte a raggiungere l’obiettivo di una crescita forte e sostenibile.
Pur essendo limitati da misure di bilancio molto stringenti, i governi, esorta l’Ocse nel suo Rapporto sulle prospettive per scienza, tecnologia e industria, devono cogliere le opportunità offerte da Internet e dai mercati globali, essi devono mobilitare le principali ricchezze dei propri Paesi, il capitale umano, il capitale di conoscenze e la creatività. Nella presente agenda, le politiche dell’innovazione si vedono attribuire un ruolo centrale, che esse potranno adempiere solo se si adeguano a tale nuovo contesto; per ottenere risultati efficienti ed efficaci, le politiche dovranno essere opportune, coerenti e inclusive, aggiunge ancora l’Ocse.