INDUSTRIA 4.0

Oettinger: “L’Europa può diventare campione del digital business”

Manifattura smart e rivoluzione dei modelli di business in tutti i settori industriali sono opportunità da non mancare, ma l’Europa deve fare squadra. Fari puntati sui nuovi hub dell’innovazione digitale e la creazione di piattaforme europee

Pubblicato il 14 Apr 2015

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Dal palco della fiera internazionale delle tecnologie industriali di Hannover Messe il commissario Ue Gunther Oettinger ha parlato oggi di un’Europa nel pieno della “quarta rivoluzione industriale”, la rivoluzione digitale, “che cambierà tutti i settori produttivi, la nostra econommia e le nostre vite”. Si tratta di un tema centrale per ogni strategia politica, non solo in Germania, col suo piano Industrie 4.0, ma anche a livello dell’Unione europea.

La Commmissione europea si prepara a maggio a presentare la strategia per il Mercato unico digitale e terrà conto di questa nuova rivoluzione industriale in atto. Tre le aree di azione fondamentali, ha ricordato Oettinger: garantire accesso cross-border a beni e servizi per consumatori e imprese; fissare regole e condizioni (per aziende tradizionali e nuovi entranti) perché reti e servizi digitali prosperino; creare un’economia e società digitale con potenziale di crescita nel lungo termine, affrontando temi come dati, competenze e standard.

“L’industria è il pilastro centrale dell’economia europea”, ha affermato Oettinger; “il settore manifatturiero dell’Ue conta 2 milioni di imprese e 33 milioni di addetti. La sfida ora è assicurarsi che tutti i settori industriali facciano uso delle nuove tecnologie e migrino verso processi e prodotti digitalizzati, ovvero verso l’Industria 4.0″. “Obiettivo dell’Unione è aumentare il contributo dell’industria al Pil fino al 20% nel 2020, ma la realtà è che la quota dell’industria al nostro Pil è scesa negli ultimi anni. Perciò dobbiamo agire rapidamente e diventare l’avanguardia del digital manufacturing”, ha indicato Oettinger. “Industria 4.0, che indica l’innovazione digitale in prodotti, processi e modelli di business, offre un’opportunità che non possiamo mancare. In gioco c’è la competitività dell’industria europea in tutti i suoi settori”.

Le Ict svolgono un ruolo fondamentale nel rilanciare l’industria europea con innovazioni quali i prodotti “digital-inside”, la trasformazione dei processi (“smart manufacturing”) e la rivoluzione dei modelli di business, come potrebbe accadere per i produttori di automobili che potranno vendere non solo macchine ma anche tutti i servizi digitali connessi con le auto. “Se non stiamo attenti”, ha osservato Oettinger, “potremmo investire nella produzione di automobili fantastiche ma saranno le aziende che vendono i nuovi servizi per le auto a fare i soldi. Sarebbe un rischio per l’intera economia se l’industria in Europa non sfruttasse questi nuovi modelli di business come altri già fanno”. Oettinger ha proseguito: “La rivoluzione digitale nell’industria avviene così rapidamente che si può restare facilmente indietro se non si agisce presto”. Inoltre, visto che le economie dell’Europa sono strettamente interconnesse, la digitalizzazione dell’industria deve avvenire su scala pan-europea. Ne seguirà un livello di innovazione digitale che potrebbe fare dell’Europa “il continente dei campioni del digital business nei prossimi dieci anni”, secondo Oettinger. “Le opportunità sono enormi e ci sono buone probabilità che i prossimi Google e Apple nascano da settori tradizionali come il tessile, le costruzioni, l’energia, l’automotive o la produzione di orologi in cui l’Europa è forte. Ora dobbiamo assicurarci che questi settori abbraccino la trasformazione digitale”.

Gli ostacoli da superare non mancano: “Dobbiamo risolvere le grandi differenze nella digitalizzazione che ancora esistono tra settori industriali diversi, tra regioni e anche tra grandi imprese e Pmi”, ha indicato Oettinger. Le Pmi sono la struttura portante dell’industria europea e vanno aiutate nella transizione al digitale.

Un’altra grande sfida “è la posizione dell’Europa nello sviluppo delle nuove piattaforme digitali che gradualmente sostituiranno l’Internet e le piattaforme mobili di oggi. Finora abbiamo mancato le opportunità di questo settore e le nostre imprese online dipendono da pochi player non-Ue: questo deve cambiare”, ha dichiarato Oettinger.

Altro tema cruciale per la trasformazione digitale sono le competenze digitali: “Nella nostra unione digitale abbiamo urgente bisogno di più persone con digital skills”, ha detto Oettinger. “Si stima un bisogno di 150.000 nuovi esperti It ogni anno”.

Nelle sfide della rivoluzione industriale digitale l’Europa deve però entrare unita, “da squadra”, ha sottolineato il commissario Ue. “La digitalizzazione dell’industria implica, per sua natura, transazioni trans-frontaliere e presenza internazionale. Nessuno Stato-membro da solo può affrontare queste tematiche o ha le risorse per rispondere alle sfide globali. Abbiamo bisogno di campioni europei dell’Industria 4.0 per vincere nella partita globale”.

In concreto quale l’azione prevista dalla Commissione europea? “Il nostro obiettivo è massimizzare i benefici che le tecnologie digitali portano in ciascun settore industriale in Europa e assicurarci che la nostra forza lavoro si adatti all’era digitale”, ha spiegato Oettinger. “Per raggiungere questo obiettivo e rendere l’industria 4.0 una realtà in Europa, io propongo di agire su quattro aree chiave: creare hubs per l’innovazione digitale; costruire la leadership nelle piattaforme per l’industria digitale; colmare il divario nelle competenze digitali; e adottare una smart regulation per una industria smart. Queste misure dovrebbero aggiungersi alle iniziative per la creazione di un’unione digitale e a nuovi investimenti nell’infrastruttura per la banda larga”.

Gli hubs per l’innovazione digitale, per esempio, servirebbero a portare le imprese, specialmente le Pmi, nell’era dell’industria 4.0, aiutando a costruire le necessarie competenze: l’obiettivo di Oettinger è avere “almeno uno di questi hub in ciascuna regione d’Europa”. Quanto alle piattaforme per l’industria digitale, l’obiettivo è assicurare la disponibilità di piattaforme all’avanguardia, aperte e interoperabili, che tutte le aziende possono usare per portare prodotti, processi e servizi nell’era digitale. In particolare, “La Commissione europea vorrebbe entrare in un dialogo con l’industria per esplorare la possibilità di una piattaforma europea per il digital manufacturing”, ha annunciato Oettinger. Inoltre, “dobbiamo rafforzare la ricerca e sviluppo in questo settore: la mia intenzione è concentrarmi sulle partnership pubblico-private per la ricerca e l’innovazione nelle piattaforme digitali di nuova generazione”. “L’industria in Europa ha degli asset su cui costruire, come la leadership nella robotica industriale e nell’automazione per le fabbriche, nei sistemi digitali embedded, nella manifattura basata su 3D e laser; la mia ambizione è potenziare le iniziative per le piattaforme digitali europee da quest’anno e arrivare al lancio di almeno 5 progetti di larga scala ogni anno fino al 2018”, ha dichiarato Oettinger.

Ovviamente l’industria smart avrà bisogno di regole smart: “L’attuale impianto regolatorio può creare ostacoli alla digitalizzazione e incertezze per le imprese digitali”, ha indicato Oettinger. “Per esempio occorre chiarire le responsabilità nei sistemi che diventano autonomi, le questioni di sicurezza connesse con le interazioni tra smart device, inclusi i robot, e l’uomo, e la protezione delle massicce quantità di dati generate dalla produzione digitale”.

“Il futuro dell’industria europea è digitale, questo è certo”, ha concluso Oettinger. “Tuttavia le singole iniziative a livello nazionale possono rischiare di creare dei silos. I nostri sforzi per costruire un Mercato unico digitale devono includere misure per lo sviluppo della smart industry in Europa ma anche evitare la frammentazione e offrire un level playing field a tutte le aziende. La Commissione europea vorrebbe lavorare con i Paesi-membro per aggiornare le loro iniziative a vantaggio dell’Ue intera. La nostra strategia per la piena digitalizzazione del tessuto industriale europeo deve essere audace e di dimensioni tali da permetterci di vincere la sfida. In gioco c’è il futuro di tutti i nostri settori industriali e della nostra economia”.

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