IL TWEET

Oettinger: “L’onda mobile di Google arriverà in Europa. Roaming va azzerato”

In un tweet il commissario Ue all’Economia digitale accende i riflettori sulla necessità di velocizzare l’abbattimento delle tariffe sovranazionali: “Consiglio Ue tenga conto di ingresso di Google nella telefonia mobile”

Pubblicato il 23 Apr 2015

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“La discesa in campo di Google nel mobile avrà ripercussioni anche sul mercato europeo. E’ un chiaro segnale al Consiglio Ue: il roaming non ha futuro”. Con un tweet il commissario Ue all’economia digitale, Gunther Oettinger, ha commentato la discesa in campo di BigG nella telefonia mobile, per ora solo negli Stati Uniti, fornendo una preziosa indicazione all’Europa sul dibattito legato al mantenimento del costo del roaming nelle telefonate internazionali.

Proseguono infatti con fatica i negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla base dell’ultima proposta della presidenza lettone che vuole il costo in parte abolito a partire dal 2016.

Alcuni stati membri hanno proposto un tetto di 7 giorni all’anno in cui i consumatori hanno diritto a 5 minuti di chiamate entranti e in uscita, 5 sms e 10 Mb di traffico dati alla tariffa nazionale quando si trovano all’estero. Questo sistema transitorio è stato anticipato al 30 aprile 2016 così come la revisione dei prezzi all’ingrosso del roaming tra operatori, da cui dipendono i costi per i consumatori, è stata accelerata entro fine dicembre 2017 anziché a metà 2018. L‘Europarlamento invece, vorrebbe allungare la finestra con un tetto di 20 giorni l’anno con un numero di chiamate, sms e dati vicini alla media Ue dell’uso giornaliero, già a partire da fine 2015 per arrivare all’eliminazione totale dei sovraccosti del roaming a fine 2016.

Il prossimo round negoziale è stato fissato, ma non ancora confermato, per il 12 maggio, dato il grande lavoro sia politico che tecnico ancora necessario per cercare di avvicinare le posizioni, dove il Parlamento si trova tra l’altro diviso al suo interno tra popolari, più disponibili a cercare un compromesso, e socialisti e liberali, su posizioni più intransigenti. Se le discussioni dovessero fallire o “le questioni non essere pienamente risolte”, la Commissione Ue ha già preventivato – si legge nella comunicazione che adotterà il prossimo 6 maggio sul mercato unico digitale – di “rivedere tutta la legislazione esistente e fare proposte dove necessario”.

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