“Irreversibile”. Così Grupo Oi definisce la fusione dell’operatore con Portugal Telecom Sgps, replicando alle prese di posizione di alcuni azionisti di Portugal Telecom, che avevano avanzato nelle scorse settimane l’ipotesi che l’accordo potesse essere annullato.
In questo quadro l’assemblea degli azionisti di Portugal Telecom, inizialmente prevista per il 13 gennaio e rimandata su richiesta dei partecipanti al 22, che ha all’ordine del giorno la vendita degli asset portoghesi della società, è la “migliore opportunità per garantire il futuro sostenibile a PT e a Oi“.
Oi ha già raggiunto un accordo con Altice per la cessione delle attività portoghesi a 7,4 miliardi di euro, ma per procedere con l’operazione ha bisogno dell’ok dell’assemblea di PT, holding che èil primo socio di Oi con il 25,6% del capitale.
Il 9 gennaio il presidente dell’assemblea di Portugal Telecom Sgps aveva proposto al consiglio d’amministrazione di cancellare il voto sulla vendita degli asset portoghesi di Oi, affermando che l’accordo per la fusione tra Oi e PT è non è valido. In una lettera datata 6 gennaio, Antonio Menezes Cordeiro dice che una nuova assemblea dovrebbe essere convocata con due punti all’ordine del giorno: mettere fine alla fusione con Oi o approvare la vendita delle attività portoghesi al gruppo Altice. Secondo Menezes Cordeiro, il contratto per la fusione può essere risolto perché PT Sgps era in stato di default dopo l’accordo per cedere gli asset portoghesi. Lo stato di default “permette a PT Sgps di risolvere il contratto, per la legge portoghese e quella brasiliana”, scrive il presidente dell’assemblea.
Oi ad agosto 2014 aveva detto che sta studiando l’acquisizione della quota di Telecom Italia in Tim Brasil, mentre Telecom Italia ha detto che intende esplorare la possibilità di un’integrazione con Oi. Proprio oggi il gruppo brasiliano ha aggiunto che l’operazione con Altice ridurrebbe il debito e gli consentirebbe di partecipare al consolidamento del settore in Brasile.
Quanto al rinvio dell’assemblea dei soci del 13 gennaio, è arrivato dopo che la Consob portoghese, la Cmvm, aveva inoltrato una richiesta di informazioni a Portugal Telecom, raccomandando all’operatore di adottare ”misure adeguate” per salvaguardare i diritti degli azionisti e la legittimità delle decisioni in assemblea, sospendendo nel contempo il titolo dalla borsa di Lisbona in attesa di “informazioni rilevanti”.
Così gli azionisti, tra i quali la holding Ongoing Investments Sgps, hanno proposto di sospendere l’assemblea proprio per permettere al gruppo di rendere disponibili agli investitori tutti i chiarimenti richiesti dall’authority di borsa: una proposta passata a larghissima maggioranza.
La fusione tra Oi e Portugal Telecom risale a più di un anno fa, ma lo scorso luglio erano stati rivisti gli accordi, dopo che è emerso che l’azienda di Lisbona era esposta verso la banca Espirito Santo, finita in default.