STRATEGIE

Olivetti in campo per l’Italia digitale, debutta il logo tricolore

Il nuovo brand della digital farm del Gruppo Tim si fregia del verde, del bianco e del rosso per evidenziare la capacità di innovare del nostro Paese. L’Ad Roberto Tundo: “Sottolineiamo il nostro impegno per la digitalizzazione del tessuto economico e della PA”

Pubblicato il 19 Apr 2021

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Il sogno di Adriano Olivetti era creare una società civile in cui tecnologia e innovazione fossero a servizio delle esigenze del singolo. Per questo Olivetti, digital farm per l’Internet of Things del Gruppo Tim, presenta il restyling del logo in una veste cromatica più vibrante, in continuità con la sua storia, e introduce il verde, il bianco e il rosso del tricolore per evocare con orgoglio l’importanza del Made in Italy di cui la società ne è sempre stata portavoce.

Olivetti è da tempo impegnata in questo percorso, costruendo prodotti e servizi in cui la tecnologia e la connettività sono elementi abilitanti che, seguendo il concetto di human centricity, ovvero dell’uomo al centro dell’azione, abilitano la digitalizzazione del tessuto economico e industriale del Paese, supportando l’evoluzione digitale delle imprese e della Pubblica Amministrazione con una ricca famiglia di soluzioni IoT.

L’immagine del logo con il cambio dei colori rappresenta un segno in grado di essere immediatamente e universalmente riconoscibile in tutto il mondo e racconta una storia italiana. La mission di Olivetti e del Gruppo Tim è migliorare la vita delle persone grazie alla tecnologia e per tutto questo c’era bisogno di un segno nuovo. Una scelta in linea con gli insegnamenti del suo fondatore, Adriano Olivetti, che sentendo la necessità di rendere concreta ed accessibile a tutti l’evoluzione tecnologica, ha sempre accompagnato la sua strategia con progressivi restyling del marchio. 

“Il logo aziendale è il cuore dell’identità di un’azienda, la più importante sintesi visiva di essa: non è solo un nome ma anche un’immagine, una voce, una personalità, un’attitudine, uno stile, un modo sintetico per raccontarsi e l’esplicito interesse a comunicare con qualcuno – spiega l’Ad di Olivetti, Roberto TundoLo stile Olivetti è, in questo senso, una continua ispirazione all’eccellenza, una modalità unica di rappresentazione del Dna aziendale che ha sempre contraddistinto Olivetti, simbolo della storia industriale italiana, legata al concetto di “human centricity” e, nel nostro caso, patrimonio universale conosciuto non solo in Italia ma nel Mondo.

“Il brand Olivetti ha cambiato spesso forma, accompagnando passo dopo passo il percorso di innovazione aziendale e la stretta connessione con l’evoluzione del contesto sociale ed economico del Paese – prosegue – Il tricolore scelto per questo nuovo percorso intrapreso da Olivetti  sottolinea anche l’impegno per la digitalizzazione del tessuto economico ed industriale del Paese insieme a quello della Pubblica Amministrazione, attraverso un portafoglio di prodotti, servizi e soluzioni IoT in continuo arricchimento”.

Il restyling è stato curato dalla funzione Brand Strategy, Media & Multimedia Entertainment del Gruppo TIM in collaborazione con la funzione Communication & External Relations di Olivetti.

 La storia del logo Olivetti

Il logo Olivetti si è evoluto nel tempo, riuscendo a raccontare epoche e movimenti culturali fin dai primi anni del ‘900 coinvolgendo designer d’avanguardia da tutto il mondo, ponendo la massima cura affinchè il design fosse al centro della filosofia aziendale.

L’origine del marchio risale al 1911, quando all’esposizione universale di Torino venne presentata la macchina per scrivere M1 con il primo logotipo accompagnato dal logo, disegnato dallo stesso fondatore Camillo Olivetti, raffigurante le lettere ICO, acronimo di Ingegnere Camillo Olivetti.

Nel 1934 il pittore Xanti Schawinsky introdusse un carattere Universal Pica in minuscolo che evocava immediatamente l’immagine della dattiloscrittura mentre Giovanni Pintori successivamente rielaborò l’esile carattere usato preferendo un grassetto corposo derivato dal carattere Etrusco e aumentando gli spazi tra le lettere per rafforzare la comunicazione pubblicitaria.

Ma è nel 1970 che il marchio diviene quello che conosciamo tutti, più iconico e riconoscibile, grazie all’opera del grafico Walter Ballmer che riorganizza le distanze e gli spessori definendo con criteri matematici il disegno del logo con il risultato di accentuare l’immagine di solidità dell’azienda e dare maggiore visibilità alla scritta, grazie anche a un lettering che assume quasi la valenza di simbolo grafico.

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