Maggiore trasparenza sui sistemi di classificazione dei motori di ricerca, divieto di pratiche sleali come la sospensione ingiustificata dei conti dei clienti o l’applicazione di condizioni di vendita ambigue, e nuove vie per la risoluzione di controversie e reclami. Sono questi in sintesi i principali contenuti della nuova direttiva Ue “Platform to Business” pubblicata oggi dalla Commissione europea per tutelare le piccole imprese nei confronti delle grandi piattaforme online che svolgono una funzione di intermediari, come Google o AirBnb. Le norme entreranno in vigore da domenica 12 luglio.
“Le oltre 10mila piattaforme online nell’Ue sono solo una parte di un più ampio ecosistema di servizi digitali che guidano l’innovazione – spiega la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager – Nonostante il ruolo essenziale svolto da queste piattaforme durante la crisi sanitaria, adesso devono essere affrontati i principali problemi di equità e sicurezza. L’obiettivo è livellare il campo di gioco tra grandi piattaforme online e le imprese più piccole nonché fornire nuovi canali per risolvere reclami e controversie”.
“La fiducia è fondamentale quando si tratta di economia online – fa eco il commissario al Mercato interno, Thierry Breton – Le aziende si stanno muovendo sempre più online, tendenza che la pandemia di coronavirus ha rafforzato. Per garantire equità e trasparenza, tutti gli operatori devono adattarsi a regole che vanno a rafforzare la fiducia nella platform economy”.
A partire dal 12 luglio, ad esempio, le aziende che vendono online tramite marketplace sapranno quali criteri determineranno la loro posizione nei risultati di ricerca mentre gli hotel che fanno ricorso a piattaforme di prenotazione online potranno godere di condizioni più trasparenti; gli sviluppatori di app avranno, invece, la possibilità di contestare le decisioni degli app store che decidono di rimuovere i loro contenuti.
Nelle prossime settimane la Commissione pubblicherà le linee guida.