L’offerta pubblica di acquisto lanciata da Toshiba si è conclusa con la consegna del 78,65% delle azioni e dei diritti di voto del gruppo al consorzio guidato dal fondo Japan Industrial Partners (Jip), che non intende però fermarsi qui. L’obiettivo è acquisire il 100% del colosso e cancellare il titolo dalla quotazione di Borsa. Anche così, comunque, si tratta della più grande operazione M&A in Giappone di quest’anno. Secondo i dati di Lseg, il Giappone è stato l’unico grande mercato asiatico a registrare una crescita delle fusioni e acquisizioni nell’anno in corso.
La soddisfazione per l’ingresso di Jip nella società
Sebbene non sia molto conosciuto all’estero, Jip è stato coinvolto in operazioni di scorporo e spin off di conglomerati giapponesi, tra cui le attività di Olympus nel settore delle macchine fotografiche e di Sony Group in quello dei computer portatili. Al consorzio partecipano una ventina di aziende giapponesi, tra cui Orix, Rohm e Chubu Electric Power, nonché entità finanziarie del Paese.
L’offerta pubblica di acquisto di Jip, annunciata lo scorso febbraio e in corso dall’8 agosto, prevedeva il pagamento di 4.620 yen per ciascun titolo Toshiba, in totale circa 2 trilioni di yen (12.670 milioni di euro al cambio attuale). Il consiglio di amministrazione del conglomerato industriale giapponese Toshiba aveva espresso il suo sostegno all’offerta pubblica di acquisto.
A margine dell’operazione, Toshiba ha dichiarato che i suoi complessi rapporti con le varie parti interessate, compresi i molti azionisti con obiettivi diversi, hanno ostacolato le operazioni commerciali e che una base azionaria stabile aiuterà l’azienda a perseguire la sua strategia a lungo termine incentrata sui servizi digitali ad alto margine. Jip intende mantenere l’attuale amministratore delegato Taro Shimada.
“Gli azionisti attivisti e Toshiba sono stati bloccati l’uno con l’altro per anni. Questa acquisizione consente a entrambe le parti di sfuggire al loro reciproco abbraccio”, ha conferamto Travis Lundy, analista di Quiddity Advisors. “Mi aspetto che la prospettiva di un allineamento del management e della nuova proprietà migliori il morale. Tuttavia, per avere successo, il management deve essere in grado di raccontare una storia migliore agli investitori”, ha aggiunto Lundy.
La parabola di Toshiba e il nuovo inizio
Gruppo storico nel campo dell’elettronica e dell’informatica fino agli anni 2000, Toshiba ha poi subito un forte declino, vittima soprattutto della concorrenza di altri paesi asiatici (Cina, Taiwan, Corea del Sud). La multinazionale è arrivata sull’orlo del collasso dopo le irregolarità contabili rilevate nel 2015, che hanno portato Toshiba a considerare la scissione in tre società indipendenti, progetto che si è poi limitato alla segregazione in due società e che, nel marzo 2022, è stato respinto. da parte degli azionisti, dando il via alla ricerca di investitori.
Per sopravvivere, Toshiba ha dovuto vendere numerosi asset, tra cui il suo gioiello, la società di chip di memoria Toshiba Memory, ribattezzata Kioxia dal 2018, di cui controlla ancora il 40% e che secondo diversi media vorrebbe da tempo fondersi con il partner americano Western Digital.
“Siamo profondamente grati a molti dei nostri azionisti per aver compreso la posizione dell’azienda”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Toshiba Shimada in un comunicato. Toshiba “farà ora un passo importante verso un nuovo futuro con un nuovo azionista Anche dopo la privatizzazione, faremo del nostro meglio per aumentare il valore aziendale dell’azienda”.