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OpenAI, la Chief technology Murati lascia l’azienda. In uscita anche il capo della ricerca McGrew



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Due altri pezzi grossi hanno deciso di intraprendere nuove avventure. Intanto si va avanti sul piano che prevede di trasformare la società: addio al no-profit, modello “business oriented”. Al ceo Altman quote azionarie

Pubblicato il 26 set 2024



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La Chief technology di OpenAI, Mira Murati, ha annunciato l’uscita dal gruppo specializzato in soluzioni di intelligenza artificiale generativa. Si tratta solo dell’ultima di una serie di defezioni che negli ultimi mesi hanno riempito le cronache della stampa specializzata e che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero dipendere anche dal nuovo assetto che si vuole dare l’azienda, che punta a diventare una società a scopo di lucro. Il cofondatore Ilya Sutskever e l’ex responsabile della sicurezza Jan Leike avevano annunciato le loro partenze a maggio. Il mese scorso l’altro co-fondatore, John Schulman, ha dichiarato di voler lasciare l’azienda per unirsi alla rivale Anthropic. La decisione di Murati, comunicata ieri, è stata così repentina che non è stato ancora identificato il nome di un sostituto.

Ingegnere di origine albanese, Murati, da sei anni e mezzo in OpenAI, è stata in particolare responsabile del lancio dell’interfaccia ChatGpt, lanciata nel novembre 2022, nonché del programma Dall-E, che crea immagini a partire da richieste scritte.

Mira Murati era stata nominata ceo di OpenAI in seguito al licenziamento di Sam Altman da parte del consiglio di amministrazione nel novembre 2023, per poi essere anche lei estromessa dal gruppo. Dopo una rivolta da parte dei dipendenti di OpenAI, il consiglio aveva reintegrato sia Sam Altman sia Mira Murati.

La scelta di Murati e la reazione di Altman

“È difficile trasmettere ciò che Mira ha rappresentato per OpenAI, per la nostra missione e per noi personalmente”, ha scritto Sam Altman su X, commentando la notizia.

Poche ore più tardi, lo stesso Altman ha dichiarato che anche il capo della ricerca Bob McGrew e Barret Zoph, un vicepresidente della ricerca, stanno per lasciare l’azienda, specificando che le loro decisioni erano indipendenti l’una dall’altra

“Dopo aver riflettuto a lungo, ho preso la difficile decisione di lasciare OpenAI”, ha scritto Mira Murati in una nota pubblicata su X. “Non c’è mai un momento ideale per lasciare un posto a cui si tiene molto, ma questo è il momento giusto”. La manager ha aggiunto che la sua intenzione è quella di “creare il tempo e lo spazio per fare le mie esplorazioni”, sottolineando l’impegno a garantire una “transizione senza intoppi”.

“La tempistica della decisione di Mira è stata tale che ha avuto senso fare tutto questo insieme, in modo da poter lavorare insieme per un passaggio di consegne senza problemi alla prossima generazione di dirigenti”, ha confermato Altman.

L’ipotesi di trasformare l’azienda in una società a scopo di lucro

Come accennato, secondo una fonte citata da Reuters che ha chiesto di rimanere anonima perché le trattative sono in corso, il consiglio di amministrazione di OpenAI starebbe valutando l’ipotesi di ristrutturare l’azienda per trasformarla in un’impresa a scopo di lucro. La società manterrà il suo segmento non-profit come entità separata, ha precisato la persona informata dei fatti.

Diventare una società a scopo di lucro rappresenterebbe un cambiamento radicale per OpenAI, fondata nel 2015 con l’obiettivo di sviluppare tecnologie di intelligenza artificiale “a beneficio dell’intera umanità, senza essere vincolata dalla necessità di generare un ritorno finanziario”, secondo una dichiarazione pubblicata all’epoca del suo lancio.

La struttura sarebbe più semplice per gli investitori e renderebbe più facile per i dipendenti di OpenAI realizzare la liquidità, ha aggiunto la fonte.

L’organizzazione no-profit OpenAI continuerà a esistere e a detenere una quota di minoranza nella società a scopo di lucro. La mossa potrebbe anche avere implicazioni sul modo in cui l’azienda gestirà i rischi dell’AI in una nuova struttura di governance.

L’amministratore delegato Sam Altman dovrebbe ricevere per la prima volta una partecipazione azionaria nella società a scopo di lucro, che dopo la ristrutturazione potrebbe valere 150 miliardi di dollari, in quanto cercherà anche di rimuovere il tetto ai rendimenti per gli investitori, hanno aggiunto le fonti.

“Rimaniamo concentrati sulla costruzione di un’intelligenza artificiale che porti benefici a tutti, e stiamo lavorando con il nostro consiglio di amministrazione per assicurarci di essere posizionati al meglio per riuscire nella nostra missione. L’organizzazione no-profit è fondamentale per la nostra missione e continuerà a esistere”, ha dichiarato un portavoce di OpenAI, che nei giorni scorsi ha annunciato che il comitato per la sicurezza, introdotto a maggio, diventerà un organo indipendente di supervisione del consiglio di amministrazione. Il gruppo di lavoro sarà presieduto da Zico Kolter, direttore del dipartimento di apprendimento automatico presso la scuola di informatica della Carnegie Mellon University. Tra gli altri membri figurano Adam D’Angelo, membro del consiglio di amministrazione di OpenAI e cofondatore di Quora, l’ex capo dell’Nsa e membro del consiglio di amministrazione Paul Nakasone e Nicole Seligman, ex vicepresidente esecutivo di Sony.

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