OpenAI lancia la sfida a Google: secondo voci, l’azienda guidata dal ceo Sam Altman sarebbe al lavoro per lanciare un motore di ricerca basato su ChatGpt. Il servizio risponderebbe al dominio https://search.chatgpt.com, al quale oggi appare la scritta “not found”. Le voci ufficiose indicano il 9 maggio come data di lancio.
“Nessuno ancora è riuscito a combinare i large language models e la ricerca, mi piacerebbe farlo – aveva detto il mese scorso in un’intervista Sam Altman – Google ti mostra 13 annunci e dieci link blu forse esiste un modo migliore per aiutare le persone a trovare le informazioni”.
Google è padrone del mercato da quasi 30 anni, con una quota del 90%, e versa ogni anno miliardi di dollari a Apple per rimanere la scelta di ricerca predefinita anche sugli iPhone. Ma proprio Apple – rivela Bloomberg – starebbe ora intensificando le trattative con OpenAI per una possibile integrazione di ChatGpt sui melafonini. A sollecitare la mossa è Microsoft, che ha finanziato massicciamente la società guidata da Sam Altman e ha iniziato ad integrare l’IA nel suo motore di ricerca Bing.
È probabile che un aggiornamento sull’intelligenza artificiale e una risposta ad OpenAI arrivi a stretto giro da Google alla conferenza degli sviluppatori prevista il prossimo 14 maggio.
Altman investe sulla startup israeliana AI Apex Security
Intanto la startup di sicurezza AI Apex Security ha comunicato la finalizzazione di un round di finanziamento iniziale da 7 milioni di dollari, parte del quale è rappresentata da un investimento diretto da parte di Sam Altman. Il round è stato co-guidato dalle società di venture capital Sequoia Capital e Index Ventures.
Fondata nel 2023 dai veterani del settore Matan Derman e Tomer Avni, Apex serve già diversi clienti Fortune 500 e intende sfruttare i finanziamenti iniziali per accelerare lo sviluppo del prodotto, espandere il proprio team e rafforzare la propria presenza sul mercato. L’emergere dell’azienda israeliana coincide con un’impennata globale nell’adozione di funzionalità di intelligenza artificiale generativa grazie a innovazioni come ChatGpt, lanciata alla fine del 2022.
Copyright: otto quotidiani fanno causa a OpenAI e Microsoft
Sul fronte copyright, nel frattempo, si alza il sipario su una nuova azione legale. Otto quotidiani statunitensi di proprietà del colosso degli investimenti Alden Global Capital (New York Daily News, Chicago Tribune, Orlando Sentinel, South Florida Sun Sentinel, San Jose Mercury News, Denver Post, The Orange County Register e il The Pioneer Press) hanno fatto causa a OpenAI e Microsoft per violazione del copyright. La causa è stata intentata nel distretto meridionale di New York, la stessa utilizzata dal New York Times, quattro mesi fa, nella sua azione legale contro i giganti dell’intelligenza artificiale.
L’accusa è incentrata sul furto di “milioni di articoli protetti da copyright degli editori, senza autorizzazione e senza pagamento” per alimentare la commercializzazione dei loro due principali prodotti di intelligenza artificiale generativa: ChatGpt di OpenAI e Copilot di Microsoft. OpenAI e Microsoft avrebbero anche rimosso i nomi e i titoli dei giornalisti dal loro lavoro, quando le informazioni da loro riportate venivano citate nelle risposte alle domande. Inoltre, l’IA avrebbe anche inventato delle risposte, attribuendole ai giornali.
Accordo OpenAI-FT per migliorare ChatGpt
OpenAI e il Financial Times, intanto, stringono una partnership per migliorare ChatGpt con contenuti attribuiti. Con questo accordo OpenAI, che ha già nel recente passato siglato accordi tra gli altri con ‘Le Monde’ e ‘Prisma Media’, allenerà i suoi sistemi di intelligenza artificiale e svilupperà nuovi prodotti e funzionalità Ia per i lettori del quotidiano economico britannico. Gli utenti “saranno in grado di vedere riassunti attribuiti, citazioni e ricchi link al giornalismo del FT in risposta a domande pertinenti”.
“Si tratta di un accordo importante sotto diversi aspetti”, commenta John Ridding, Ceo di Ft Group. “Riconosce il valore del nostro giornalismo pluripremiato e ci fornirà le prime informazioni su come i contenuti vengono fatti emergere attraverso l’intelligenza artificiale”. Questa partnership, aggiunge, “ci aiuterà a mantenerci all’avanguardia negli sviluppi nel modo in cui le persone accedono e utilizzano le informazioni”.
“La nostra partnership e il dialogo continuo con il Financial Times – sottolinea Brad Lightcap, Coo di OpenAI – permetterà di arricchire l’esperienza ChatGpt con un giornalismo in tempo reale e di livello mondiale per milioni di persone in tutto il mondo”.
Le sei aree di applicazione più rilevanti di ChatGpt
Quali sono i possibili casi di applicazione dei nuovi chatbot basati sull’AI, come ChatGpt? In due recenti studi pubblicati su riviste Elsevier, ricercatori dell’Università di Pisa hanno analizzato quantitativamente i task che gli utenti richiedono ai Generative Large Language Models (LLMs), individuando sei aree per le quali l’applicazione di questi chatbot innovativi potrebbe essere particolarmente determinante: risorse umane, programmazione software, office automation, social media, motori di ricerca ed educazione.
I risultati di questi studi sono stati pubblicati su Technovation e Technological Forecasting and Social Change. Gli autori dello studio fanno parte del gruppo di ricerca Business Engineering for Data Science (B4DS): ”Tramite lo sviluppo e l’applicazione di tecniche di Natural Language Processing (Nlp), siamo in grado di analizzare dati testuali di tipi diversi, come articoli scientifici, brevetti e user-generated content (ad esempio, post pubblicati sui social media), descrizioni di corsi – spiega Filippo Chiarello, ricercatore alla Scuola di Ingegneria e neo vicedirettore del Teaching and Learning Centre dell’Università di Pisa – Il nostro obiettivo è estrarre informazioni per supportare la progettazione didattica e altri processi decisionali”.
HR, software e office automation
Dall’analisi dei dati è emerso che, nelle aree risorse umane, programmazione software e office automation, ChatGpt e simili possono supportare il lavoro dei professionisti, specialmente per i compiti più meccanici e che generalmente richiedono un notevole dispendio di tempo. Ad esempio, gli utenti richiedono spesso di riassumere documenti testuali, o cercare informazioni di dominio.
Social media
Per l’area dei social media, la GenAI può aiutare nei compiti di content creation, come la scrittura di tweets e la generazione automatica di immagini. Questo da un lato prospetta scenari promettenti per potenziare la creatività umana, dall’altro apre anche scenari preoccupanti, per diffusione di contenuti fake e per la potenziale minaccia all’originalità di scrittori e disegnatori.
Motori di ricerca
Un’altra area che è emersa è quella dei motori di ricerca: dai dati si osservano numerosi commenti relativi al fatto che i vari Google Search, Microsoft Bing, etc. potrebbero essere sostituiti dai nuovi chatbot basati su IA generativa.
Competenze
Inoltre, è stato misurato l’impatto che questi strumenti hanno sulle competenze. Gli ambiti riguardano le aree di comunicazione, collaborazione e creatività, lavoro con i computer, assistenza, social media. In questo panorama, il mondo dell’educazione sarà sicuramente influenzato da queste nuove tecnologie, sia positivamente (ChatGpt può essere usato per supportare il lavoro degli educatori per cercare informazioni, sviluppare lezioni e materiale didattico, correggere compiti, etc.) sia negativamente (potrebbe essere sfruttato per svolgere compiti al posto degli studenti e facilitare fenomeni di plagio).