“Le informazioni, assieme al capitale umano, sono il patrimonio principale di imprese e organizzazioni. Per questo la loro gestione e la loro sicurezza rappresentano una priorità che, nell’era dell’Internet of everything, si traduce nell’esigenza di valorizzare sempre più figure professionali come data scientist, chief technology officer, sviluppatori mobili, big data architect. A livello europeo, le professioni Ict sono date in crescita del 27%. Il mercato della sicurezza informatica, in particolare, è fiorente ed è destinato a crescere da 75 miliardi di dollari di valore generato nel 2015 a 170 nel 2020. Più di 209.000 posti di lavoro nel campo della sicurezza informatica negli Stati Uniti sono attualmente vacanti, e si prevede che la domanda mondiale sarà di 6 milioni entro il 2019, con un deficit previsto di 1,5 milioni. Per questo, l’emergere dirompente del tema della cybersecurity rende ancora più evidente questo scenario”. Lo ha detto Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, l’associazione confindustriale del settore Ict ed elettronica di consumo, durante la giornata di lavoro e confronto riservata alle imprese dell’Ict e delle telecomunicazioni, organizzata insieme al Consiglio nazionale delle ricerche e Cotec, Fondazione per l’Innovazione Tecnologica. All’incontro, che si è svolto a Roma nella sede del Cnr, sono intervenuti anche Luigi Nicolais, presidente del Cnr e Alessandro Pansa, capo della Polizia, direttore generale della pubblica sicurezza.
“Per governare questo sviluppo e creare valore nel nostro Paese – ha concluso Radaelli – è necessaria la collaborazione tra imprese, centri di ricerca e forze dell’ordine. Il nostro Paese ha le competenze e le risorse per svolgere un ruolo importante per la difesa interna ed anche per fornire tecnologie e applicazioni ai Paesi e alle organizzazioni amiche. L’avvio della collaborazione tra Anitec, Cnr, Cotec e Polizia di Stato è una tappa importante in questa direzione”.
Tra i principali temi affrontati durante l’incontro la sicurezza delle reti, cyberattacchi e crittografia per la cybersecurity; sicurezza dei dispositivi mobili e dei sistemi di cloud computing; sicurezza dei software; gestione del rischio e della sicurezza dei sistemi; big data e condivisione delle informazioni nel rispetto della privacy; aspetti di informatica forense.
“Il tema della cybersicurezza, fino a pochi anni fa argomento prossimo alla fantascienza – ha commentato Nicolais – oggi è uno degli asset strategici in ogni organizzazione su cui si concentrano investimenti in infrastrutture tecnologiche, sviluppo di competenze, definizione di profili professionali. È un settore in continua evoluzione destinato a crescere esponenzialmente e che pone intriganti sfide culturali e politiche. Mentre nei settori produttivi gli ambiti di intervento sono abbastanza definiti soprattutto laddove si opera in funzione di un obiettivo ben definito e circoscritto, la cybersicurezza sociale tocca ambiti molto più ampi, delicati e problematici perché investe la sfera dei diritti del singolo. È quindi opportuno che su questi temi non ci siano deleghe in bianco, ma che tutti, soprattutto se preposti ad assumere decisioni collettive, siano parte attiva”.
L’intervento del prefetto Alessandro Pansa, capo della Polizia, ha puntato sulla necessità di alleanze e collaborazione per garantire la sicurezza della rete e delle informazioni: “La complessità della tematica della cybersecurity – ha affermato – impone oggi un inevitabile sforzo sinergico per soddisfare la quotidiana esigenza di sicurezza informatica. Per questo motivo la Polizia di Stato ha avviato una serie di collaborazioni per creare una rete di partneship, mettendo altresì a disposizione la propria competenza esclusiva del Centro Nazionale Anticrimine informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipc), quale organo di eccellenza per la fornitura dei servizi di sicurezza”.