Il cybercrime, costato circa 110 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi in tutto il mondo, sta colpendo con sempre maggiore aggressività i dispositivi mobili e i social network. Lo sostiene il Norton Cybercrime Report, rapporto annuale sulla criminalità online basato su esperienze di oltre 13.000 adulti di 24 Paesi. In base allo studio, ogni secondo 18 persone finiscono preda di criminali informatici a livello globale, il che equivale ad oltre un milione e mezzo di vittime al giorno. I Paesi più colpiti sono Russia, Cina e Sudafrica. In media i malcapitati spendono 197 dollari ciascuno per riparare ai danni inferti da virus e malware, cifra che sale a 290 negli Usa.
La novità rispetto al Rapporto Norton dello scorso anno, che stimava a 114 miliardi di dollari il “conto” internazionale del cybercrime, sono le nuove forme che sta prendendo questa attività illegale. Un adulto su cinque (21%) è stato vittima di cybercrime sui social network o sul proprio dispositivo mobile. Per esempio il 15% dei fan delle communities sociali sostiene di aver scoperto che qualcuno aveva fatto segretamente irruzione nel suo profilo e rubato la sua identità. Mentre quasi un terzo (31%) degli utenti di telefonia mobile ha ricevuto un sms da ignoti in cui veniva invitato ad andare su un determinato sito o comporre un numero sconosciuto per ricevere un messaggio vocale (ovviamente tutti tentativi di danneggiare l’utente).
“I cybercriminali – ha spiegato Marian Merritt, della Norton Internet Safety – stanno cambiando la loro tattica per colpire piattaforme mobili e social network dove i consumatori sono meno consapevoli dei rischi”.
In effetti dalla ricerca emerge che non sempre gli utenti adottano le giuste misure per proteggersi dai pericoli. La maggior parte prende precauzioni basilari quali cancellare email sospette o fare attenzione a non rivelare dettagli personali online, ma il 40% non usa password complesse o non le cambia di frequente, e oltre un terzo non verifica se c’è il simbolo del lucchetto nel browser al momento di inserire dati sensibili, per esempio nei siti delle banche.
Inoltre, sempre secondo i ricercatori, gli utenti non si rendono conto che il cybercrime negli anni si è evoluto e, in un certo senso, è diventato più sofisticato. Il 40% degli interpellati non sa che il malware può operare in modo discreto, senza che ci si renda conto che il proprio computer è stato compromesso per sempre.