Il colosso giapponese dell'elettronica Panasonic valuta la
possibilità di adottare l'ora legale “in proprio”,
anticipando l'orario di lavoro per i suoi 100mila dipendenti,
così da limitare i consumi elettrici in vista dell'estate. La
revisione dell'orario dovrebbe scattare in tutte le sedi del
gruppo nel Paese, siano esse uffici o fabbriche, e
indipendentemente dall'area in cui si trovano.
L'iniziativa nasce dalla necessità di risparmio energetico in
particolare nella zona di Tokyo e nel nordest, dove il sisma
dell'11 marzo ha messo fuori uso numerose centrali. Il taglio
dei consumi sarà fondamentale per superare i mesi più caldi
dell'estate, considerato che la quota di energia disponibile
sarà nettamente inferiore all'anno scorso: intorno ai 50
milioni di kilowatt stimati contro un massimo di 60 milioni di
kilowatt del 2010.
Al pari di altre corporation come Sony e Toshiba, Panasonic valuta
anche altre misure taglia-consumi: tra le altre, l' estensione
straordinaria del periodo “cool biz” caratterizzato
dall'uso di vestiario casual e leggero sul posto di lavoro, che
sarebbe in vigore dall'inizio di maggio fino a ottobre, due
mesi in più del solito. In Giappone l'ora legale fu introdotta
per un breve periodo nel dopoguerra, dal 1948 al 1951, su
iniziativa dell'esercito alleato di occupazione, ma fu
abbandonata nel 1952 per andare incontro alle richieste della
popolazione che lamentava troppi disagi.
Vendite in crescita e utile netto quasi stabile nel primo trimestre
del 2011 per Canon: ma l'effetto terremoto si ripercuote sulle
previsioni per il resto dell'anno. Tra gennaio e marzo, Canon
ha registrato un utile netto di 55,46 miliardi di yen (482 milioni
di euro), in lieve flessione del 2,4% rispetto allo stesso periodo
del 2010. L'utile operativo è sceso dal 5% a 82,5 miliardi di
yen (717 milioni di euro), anche se le vendite sono aumentate nello
stesso periodo dell'11,1% a 839,19 miliardi di yen.
Per l'intero anno solare, Canon rivede al ribasso le stime dei
risultati in modo significativo, soprattutto in considerazione
delle conseguenze del terremoto dell'11 marzo sulla produzione,
con un fatturato annuo in crescita solo dello 0,6% a 3.730 miliardi
di yen (contro 4.100 miliardi previsti in precedenza) e un utile
netto in calo di quasi l'11% a 220 miliardi di yen, contro i
310 miliardi inizialmente previsti.