Oracle Database è cloud-oriented

La nuova versione della soluzione è il frutto del lavoro di cinque anni. Fabio Spoletini: “Maggiore efficienza gestionale e forte riduzione dei costi”

Pubblicato il 03 Lug 2013

Un database ripensato per il cloud. La maggiore novità, delle oltre 500 della nuova versione di Oracle Database 12c, è la predisposizione al mondo del cloud, una delle tecnologie di maggior interesse per le aziende in questi ultimi anni. Il database di Oracle è il prodotto sul quale è stata fondata nel 1977, è tutt’ora il prodotto di punta e quello di maggior successo nella sua area di mercato: secondo Gartner Oracle comanda una quota di mercato di quasi il 50% (il 48,3%), più alta della concorrenza di Ibm (18,9%), Microsoft (17,8%), Sap (5,8%) e Terata (3,9%) e continua a crescere più velocemente del mercato.

“Lo sforzo di sviluppo per realizzare la nuova versione del database è stato molto forte”, dice Fabio Spoletini, Country Leader Technology di Oracle Italia. Il lavoro è durato cinque anni, ha richiesto 2500 anni-uomo di sviluppo, sono stati utilizzasti tremila sistemi per testare il nuovo database, con 1,2 milioni di ore di stress test e quasi un milione di test sulle funzionalità al giorno. Il risultato è una riprogettazione dell’architettura stessa del database che aggiunge 500 nuove funzioni, tra minori e maggiori, e soprattutto apre al cloud e, pur mantenendo l’assoluta compatibilità con piattaforme diverse, aumenta i vantaggi di utilizzare il Database di Oracle su sistemi ingegnerizzati, cioè sull’hardware dedicato che nasce dall’acquisizione di Sun Microsystems. Assieme al database Oracle migliora anche la gestione del cloud con la terza release di Oracle Enterprise Manager 12c, lo strumento di gestione delle risorse che permette di gestire in maniera semplificata e senza bisogno di cambiamenti di architettura le soluzioni software dedicate al cloud.

Tra le numerose novità, le tecnologie dedicate al funzionamento del cloud sono le più importanti. “Quando parliamo di cloud – dice Enrico Proserpio, pre-sales director, technology, Oracle Italia – parliamo essenzialmente di consolidamento. Tutti cercano di migliorare i costi, risparmiare, mettere a fattor comune le risorse e consolidare con standard”.

Oracle introduce sistemi per ottimizzare le prestazioni del database, semplificare la configurazione e il provisioning dello storage, e creare rapidamente nuovi ambienti di sviluppo e di test. La chiave è di semplificare l’architettura del database: da una parte memoria e processi necessari al funzionamento di una base dati, e dall’altra le tabelle con i dati veri e propri. La soluzione di Oracle si chiama “multitenant”, cioè la possibilità di far funzionare più database differenti nel cloud all’interno di un unico processo o istanza senza dover modificare le applicazioni. Un solo software che fa correre più database in parallelo su sistemi con processori Sparc e Intel Xeon. E utilizzando una tecnologia “pluggable”, sono collegabili e gestibili “a caldo” più database contemporaneamente, indirizzando la memoria e la quantità di potenza di calcolo per ciascun utente e per ciascun database.

Questo cambiamento di architettura consente di far girare in un unico contenitore (memoria e processi) tante basi dati diverse, gestendo in maniera più strutturata il ciclo di vita delle informazioni. Dai backup al disaster recovery, dalla replicabilità dei dati (per creare ambienti di test e di sviluppo) sino alla compressione e ottimizzazione dei dati su dischi e supporti di memoria diversa con un controllo a grana fine fatto da algoritmi del database stesso e non del sistema di storage, con il vantaggio che in questo modo secondo Oracle si possono ottimizzare in maniera più efficiente e rapida le informazioni, unita a maggiore flessibilità e sicurezza, sino a un avanzato sistema di Redeaction nativo del database stesso anziché necessitante di applicativi esterni di terze parti.

Oracle sostiene che con la versione 12c del database, che sostituisce la 11g dedicata al mondo del “grid” e la precedente 10i per una più generale “internet”, sia possibile arrivare a gestire più database separati a parità di infrastruttura: fino a 250 database su una architettura tradizionale Oracle dove oggi era possibile gestirne una cinquantina. Con un forte vantaggio anche sul fronte dei Big Data, per i quali Oracle ha una strategia che fa perno sulla centralità del database e degli strumenti di analitica classici ai quali si aggiungono sistemi di MapReduce con SQL Pattern Matching e l’utilizzo di linguaggi come R per la statistica ed elementi predittivi interni.

“Oracle Database 12c – dice Spoletini – porta semplificazione in termini gestionali ma porta anche riduzione dei costi e quindi la nostra innovazione è anche quella di permettere alle aziende di liberare risorse per avviare nuovi progetti. È una tendenza che abbiamo visto il mercato italiano premia, e che sono convinto ci aiuterà a posizionare dei nuovi progetti. Nelle aziende italiane oggi non esiste più il “nuovo progetto” e basta, ma esiste la riduzione dei costi per liberare risorse da destinare a nuovi progetti e noi siamo assolutamente pronti per questo filone”.

Oracle presenterà alle aziende il nuovo database durante due appuntamenti, uno Milano (9 luglio) e uno a Roma (11 luglio).

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