Più di 2.300 dipendenti Oracle hanno firmato una petizione contro una raccolta fondi per la campagna di rielezione del presidente Trump per il 2020, che secondo quanto riferito da Cnbc dovrebbe svolgersi oggi in una proprietà della California meridionale di proprietà del fondatore e presidente Larry Ellison.
Non è una novità nell’ambito del Tech: negli ultimi anni, i dipendenti di Amazon, Google, Microsoft e Salesforce hanno denunciato pratiche aziendali con cui non erano d’accordo. Pratiche che in più di un caso sono state modificate proprio in risposta alle proteste interne e per iniziativa del fondatore: basti pensare alla decisione di Jeff Bezos di aprire un fondo dove confluiranno risorse utili a contrastare i cambiamento climatico.
I rapporti con l’amministrazione Trump e le motivazioni della protesta
Oracle è da tempo noto come fornitore di tecnologia per il governo degli Stati Uniti; in una dichiarazione a settembre, la società ha affermato che la Central Intelligence Agency è stata il primo cliente a utilizzare il software di database dell’azienda decenni fa. L’ex capo della Cia, Leon Panetta, è stato membro del consiglio di amministrazione di Oracle dal 2015 e nel 2016 il Ceo di Oracle, Safra Catz, si è unita al team di transizione del presidente Trump. Oracle ha inoltre cercato di finalizzare un contratto importante per fornire risorse di cloud computing al Pentagono, e nel 2018 Catz ha cenato con Trump, anche se il contratto è stato poi siglato con Microsoft, a ottobre.
Come detto, i dipendenti firmatari della petizione vogliono che Ellison, attualmente Chief Technology Officer di Oracle, annulli l’evento di sostegno al presidente uscente. I lavoratori affermano che il comportamento di Trump non è in linea con i valori di Oracle. Uno di questi valori è l’opposizione alla corruzione, e la petizione cita senza mezzi termini l’impeachment di Trump. “Il supporto finanziario di Ellison a Donald Trump mette in pericolo il benessere di donne, immigrati, comunità di colore, ambiente, comunità Lgbtq e trans, disabili e lavoratori ovunque”, si legge nella petizione. “Inoltre, la sua alleanza con questa figura ignobile e distruttiva danneggia la nostra cultura aziendale e le nostre relazioni con partner e clienti”.