Il quarto trimestre di Oracle ha segnato un utile netto di 3,65 miliardi fi dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una flessione del 4,2%. Rimane invariato l’Eps, a 80 centesimi, mentre al di là delle poste straordinarie il dato si è attestato a 92 centesimi per azione, al di sotto dei 95 previsti dagli analisti e nella parte bassa del range anticipato dalla società, che prevedeva di registrare un utile per azione compreso tra i 92 e i 99 centesimi.
Salgono i ricavi, con un +3,4% anno su anno, 11,32 miliardi di dollari: risultato in linea con la crescita prevista da Oracle, compresa tra il 3% e il 7%, con le stime che invece prevedevano un aumento più sostenuto, vicino al 5% a 11,48 di dollari.
Ad impattare sul risultato finale è stata la crescita delle spese operative, aumentate del 7,8% a 6,41 di dollari, ma più in generale Oracle ha pagato il costo della crescente competizione. Il produttore di software soffre infatti la pressione dei cambiamenti di tendenza del mercato, che richiede sempre più servizi di computing esterni piuttosto che sistemi di gestione dei server autonomi.