Secondo il 21st Century Business Herald, un giornale locale cinese, Oracle starebbe pianificando una riduzione del suo personale in Cina. Sarebbero in discussione più di 900 posizioni che verrebbero chiuse, a partire soprattutto dalle 1.600 nelle operazioni di ricerca e sviluppo locali.
La notizia, presentata da un giornale locale della regione del Ghuangzhou, di cui fa parte Shenzhen, spiega che verrebbero colpite soprattutto le operazioni di ricerca e sviluppo e probabilmente chiuso il centro di Pechino, dato che 500 delle 900 posizioni che verranno terminate sarebbero proprio parte dello staff del centro di ricerca.
Oracle non ha né confermato né negato l’anticipazione. In un commento fornito all’americana Cnbc l’azienda ha infatti affermato solamente che “Man mano che il nostro business cloud cresce, siamo costantemente impegnati a bilanciare le nostre risorse tra diversi centri e ristrutturare il nostro gruppo di sviluppo perché ci aiuti a garantire l’esecuzione dei migliori servizi cloud ai nostri clienti cinesi”.
La risposta dunque non spiega e soprattutto non giustifica il comportamento di Oracle, dopo gli ingenti investimenti in Cina e nonostante le normative sempre più dettagliate per l’obbligo dell’accesso da parte di Pechino alle informazioni contenute nei datacenter. Non è quindi chiaro il motivo per cui Oracle avrebbe deciso di tagliare in maniera così netta e numericamente consistente il suo staff in Cina, anche considerando che il fatturato nel Paese è pari a circa il 16& del totale del fatturato mondiale dell’azienda.
La decisione che viene presa, secondo il 21st Century Business Herald di Ghangzhou è che l’azienda starebbe lavorando a un più ampio piano di ristrutturazione per aumentare l’agilità e l’efficienza, riducendo i costi. I licenziamenti della divisione cloud computing sarebbero però i primi tagli di questo tipo che vengono effettuati in Cina.