I dati della fatturazione elettronica non saranno utilizzati per gli accertamenti fiscali. A dirlo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in vista della scadenza del 31 marzo quando l’obbligo digitale scatterà anche nelle PA locali. “L’obbligo di fatturazione elettronica, per tutte le pubbliche amministrazioni, porterà alcuni miliardi di risparmi alla collettività”,. Per Orlandi il sistema di fatturazione elettronica permetterà un recupero di evasione importante e in futuro permetterà controlli, veloci, preventivi e non invasivi.
Dal 31 marzo lo Sdi, il sistema di interscambio sviluppato da Sogei, gestirà oltre 50 milioni di fatture elettroniche. Il progetto vede coinvolti almeno 35mila amministrazioni pubbliche e non meno di 2 milioni di fornitori. La piattaforma dal 6 giugno – data in cui la fatturazione elettronica è diventata obbligatoria nelle PA centrali – al 18 marzo ha ricevuto e correttamente gestito più di 3 milioni di file fattura. E senza troppe criticità: la percentuale di scarto si sta già riducendo dal 17,8% dei primi mesi al 15%, per altro quasi sempre con errori “marginali”.
Secondo le stime del Politecnico di Milano, ogni anno la pubblica amministrazione riceve circa 60 milioni di fatture da circa 2 milioni di fornitori (il 40% delle imprese attive nel nostro Paese) per un valore complessivo di 135 miliardi di euro. Dall’introduzione della fatturazione elettronica, la PA può ottenere risparmi diretti di circa 1 miliardo di euro l’anno, cui si aggiungono anche i benefici economici per le imprese fornitrici della PA stessa, pari a quasi 600 milioni di euro l’anno, che portano a 1,6 miliardi di euro la stima complessiva dei vantaggi per il Sistema Paese.
E anche l’Agenzia per l’Italia digitale è scesa in campo. Come spiegato in un’intervista a CorCom, da Maria Pia Giovannini, responsabile Area Pubblica Amministrazione di Agid, “l’Agenzia sta operando, in collaborazione con Anci- Ifel, per sensibilizzare e supportare le PA nel percorso di adozione della fattura elettronica”. Inoltre è stata inviata inviata, tramite posta elettronica all’indirizzo del responsabile finanziario di ogni amministrazione, una nota di riepilogo degli adempimenti, con il richiamo ad una serie di riferimenti documentali utili all’attuazione della fatturazione elettronica, unitamente alla richiesta di compilazione di un breve questionario.
I dati richiesti sono abbastanza semplici, e costituiscono anche un utile punto di partenza per iniziare a programmare le azioni organizzative necessarie per arrivare preparati al prossimo 31 marzo Il questionario proposto chiede anche alcuni dati quantitativi, cioè il numero di fatture ricevute nel 2013 e 2014, i picchi di ricezione e i volumi massimi di documenti. Le informazioni servono a dimensionare il Sistema di interscambio (Sdi) per la ricezione delle fatture.
Ma nel dettaglio cosa devono fare le PA prima della scadenza del 31 marzo? Prima di tutto nominare un referente per la fatturazione che rappresenti l’interfaccia istituzionale nei confronti della varie strutture del progetto. È poi necessario censire gli uffici destinatari delle fatture, aggiornando i dati presenti sull’Indice della pubblica amministrazione (Ipa) e associando agli uffici individuati il servizio di fatturazione elettronica. Inoltre, dopo aver censito tutti i contratti in essere, andrà ad effettuare un collegamento fra ufficio destinatario di fatturazione elettronica e contratto al fine di poter comunicare ai rispetti vi fornitori i codici ufficio assegnati dall’Ipa necessari per indirizzare correttamente la fattura elettronica. Infine l’integrazione dei sistemi: la PA adegua i propri sistemi di contabilità e procedere alla integrazione con i sistemi infrastrutturali del progetto, ovvero Sdi (Sistema di Interscambio).