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Outlook.com, parte la sfida ufficiale a Gmail

Dopo sei mesi di preview, lanciato il servizio di posta elettronica che sostituisce Hotmail. Punta a strappare utenti soprattutto a Google

Pubblicato il 19 Feb 2013

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Microsoft ha ufficialmente lanciato Outlook.com, il servizio di posta elettronica che ha sostituito Hotmail.

Introdotto in via sperimentale (“preview”) lo scorso agosto allo scopo di mandare in pensione il vecchio servizio di posta elettronica lanciato nel 1996, in questi sei mesi di prova Outlook ha attratto, secondo le cifre fornite dalla stessa Redmond, circa 60 milioni di utenti attivi, un terzo dei quali – sempre secondo Microsoft – proverrebbero da Gmail, il servizio di posta elettronica di Google.

A partire da oggi Microsoft trasferirà tutti gli account Hotmail in Outlook.com senza soluzione di continuità (finora il passaggio era su base volontaria) ma gli utenti potranno mantenere password, contatti e indirizzi. Tra le caratteristiche del servizio c’è la possibilità di inviare centinaia di fotografie e video nello stesso messaggio grazie a SkyDrive, il servizio di cloud computing che permette di conservare file nella cosiddetta nuvola informatica. Anche l’integrazione social è una novità importante: Microsoft consente di inserire nella rubrica e di interagire con gli amici di Facebook, Linkedin, Google, Twitter e altre reti sociali.

Con Outlook.com, Microsoft punta soprattutto a strappare utenti a Gmail , la principale rivale. Agli inizi di febbraio il colosso fondato da Bill Gates e Paul Allen ha avviato una nuova campagna pubblicitaria negli Stati Uniti, diffusa in televisione, sulla stampa e online, accusando in modo esplicito Gmail di “leggere” le email di tutti gli utenti in modo da “targettizzare” i messaggi pubblicitari. “Google – è il testo della pubblicità – analizza ogni email inviata o ricevuta, cercando le parole chiave in modo da poter raggiungere gli utenti di Gmail con pubblicità a pagamento. E non c’è alcun modo per evitare questa invasione della privacy. Outlook.com è diversa: noi non analizziamo le email per poter vendere pubblicità”.

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